Missili russi sui civili, strage a Zaporizhzhia

Una donna disperata dopo l'attacco russo al convoglio di aiuti a Zaporizhzhia. (ANSA)

ROMA. – Una pioggia di missili si è abbattuta oggi su una colonna di civili ucraini inermi, compiendo una vera carneficina.

Secondo un bilancio ancora incerto, i morti sono almeno 25 e i feriti 74. A caldo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accusato ancora una volta la Russia di essere uno “stato terrorista” definendo i suoi soldati “una feccia assetata di sangue”, mentre le autorità filorusse hanno cercato di addossare la responsabilità della strage agli ucraini.

Erano da poco passate le sette di mattina quando almeno una sessantina di automobili stracariche di persone e aiuti umanitari per le zone occupate si era radunata ad un punto di incontro e registrazione nei pressi di Zaporizhzhia. All’improvviso, un missile S-300 si è abbattuto accanto alla colonna, scagliando nell’esplosione schegge infuocate, sassi e terra in un vasto raggio e aprendo un enorme cratere. Poco dopo, un altro missile ha colpito nel centro della fila, e poi ancora un altro.

Secondo il presidente Zelensky, che ha promesso di punire gli autori di “ogni vita ucraina persa”, i russi hanno lanciato almeno 16 missili verso Zaporizhzhia, di cui almeno tre si sono abbattuti sul convoglio. Un convoglio che avrebbe dovuto portare aiuti nei territori occupati dalla Russia, riportare alcuni profughi verso le loro case e prelevarne altri ancora che invece vorrebbero andarsene per paura che le autorità filorusse impediscano presto agli abitanti lasciare i territori che oggi sono stati ufficialmente annessi alla Federazione Russa.

Nel giro di breve tempo, sui social media sono cominciate ad affluire immagini raccapriccianti, di cadaveri fatti a pezzi riversi sull’asfalto, di vaste pozze di sangue, di feriti accanto a delle carcasse di automobili fumanti.

Il sito era “un hub logistico per consentire alle persone di entrare nei territori temporaneamente occupati dalla Russia. I russi accettano solo 150 auto al giorno, ecco perché abbiamo creato un programma in cui le persone potevano registrarsi”, ha affermato Volodmyr Marchuk, portavoce dell’ufficio del governatore. Questo, ha aggiunto, “è un deliberato crimine di guerra” perché “non c’è alcun obiettivo militare vicino a quel sito”.

Il filorusso Volodymyr Rogov, membro del consiglio dell’amministrazione militare-civile della regione di Zaporizhzhia occupata dai russi, ha invece attribuito all’esercito ucraino la responsabilità dell’accaduto, sostenendo che “le autorità ucraine vogliono intimidire la popolazione nel territorio che controlliamo per impedire il deflusso di persone verso quella parte della regione che presto diventerà un soggetto della Federazione Russa”.

Il Dipartimento di Stato Usa ha però affermato che “le azioni parlano più forte delle parole. Nonostante la propaganda russa, atti codardi e disumani come questo cancellano ogni dubbio: la Russia non ha buone intenzioni nei confronti dell’Ucraina. Non stanno proteggendo nessuno. Stanno distruggendo vite”. Anche l’Alto rappresentante Ue Josep Borrell ha fatto sentire la sua voce: “L’Ue condanna questo terribile attacco con la massima fermezza. I responsabili saranno chiamati a risponderne”.

(di Stefano de Paolis/ANSA).

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