Caso Sgrena: silenzio sulle indagini


ROMA.- Sono fiduciosi i familiari e il compagno di Giuliana Sgrena all’indomani della manifestazione a Roma per chiedere la liberazione della giornalista rapita in Iraq, ma chiedono che delle indagini si parli il meno possibile pur tenendo viva l’attenzione sulla vicenda.


I familiari della giornalista del Manifesto, rapita lo scorso 4 febbraio, si sono recati a Palazzo Chigi per parlare con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta.


– Ci ha detto che stanno facendo di tutto per arrivare a trattare per il rapimento – ha detto alle telecamere di Sky Tg24 Franco Sgrena, padre di Giuliana.


– Ci è stato detto che ci sono buone possibilità per arrivare alla trattativa – gli ha fatto eco Pier Scolari, compagno della giornalista -. Ovviamente non ci è stato raccontato nulla di quello che sta accadendo… solo che c’è la possibilità di arrivare ad una soluzione, senza prevedere i tempi.


Scolari ha parlato di un «cauto ottimismo… Si è detto lavoriamo, forse qualche segnale c’è… In fondo il video è servito a dirci che è viva… Dopo di che loro sanno cose che noi non sappiamo, che non ci diranno e che probabilmente fanno bene a non dire».


Un lungo corteo si è snodato per il centro di Roma per chiedere di liberare Sgrena, 57 anni, rapita il 4 febbraio a Baghdad dopo aver fatto alcune interviste vicino all’Università. Secondo gli organizzatori hanno partecipato circa 500.000 persone. – Lasciamo lavorare gli apparati segreti e gli addetti ai lavori – ha detto stamani il padre della giornalista, comparsa in un video diffuso in settimana in cui chiede di essere salvata e di ritirare le truppe dall’Iraq.


Scolari ha chiesto di mantenere viva l’attenzione sul rapimento della compagna, ma ha detto che «le indagini, la trattativa… di quello è bene, forse, che se ne parli il meno possibile». Mercoledì scorso il Senato ha votato il decreto sul rifinanziamento della missione italiana in Iraq, che vede impegnati circa 3.000 uomini, fino al 30 giugno.