Friuli – mondo: migrazioni allo specchio


Udine Si intitola «Migrazioni allo Specchio» la mostra fotografica che apre oggi, presso la Sala della Contadinanza, nel piazzale del Castello di Udine, promossa dall’Associazione Lavoratori Emigrati del Friuli (ALEF) con il contributo finanziario dell’Assessorato alla Cultura della Regione Friuli Venezia Giulia. L’esposizione, curata dal giornalista Max Mauro, costituisce la parte conclusiva di un progetto mirato alla raccolta di storie di vita di emigrati e immigrati. Un progetto che ha trovato realizzazione nel libro di Mauro dal titolo «La mia casa è dove sono felice», da poco pubblicato dall’editore udinese Kappa Vu e presentato lo scorso 24 febbraio presso la sede della Regione.


«L’obiettivo dell’iniziativa, al di là dei luoghi comuni, è quello di contribuire a una riflessione sugli elementi di comunanza fra le nuove e le vecchie migrazioni» spiega Max Mauro. La mostra si compone di due percorsi distinti ma complementari. Il primo è un itinerario per immagini attraverso le molteplicità di storie dell’emigrazione friulana nel secondo dopoguerra. Le circa quaranta fotografie sono state selezionate da archivi pubblici e privati, e da sottolineare è la collaborazione fornita dalla Provincia di Pordenone, ente gestore del Museo dell’Emigrazione di Cavasso Nuovo, dalla Società Operaia di Cividale e dall’EFASCE (Ente Friulano Assistenza Sociale Culturale Emigranti).


«Le fotografie sono state scelte in funzione della loro rappresentatività e del loro significato». Immagini espressive, anche se il più delle volte colte da mani inesperte, scatti di un familiare o un amico per ricordare un momento di vita delle persone care. Immagini di lavoro, ma anche di momenti conviviali. «Le miniere in Belgio, la raccolta della canna da zucchero in Australia, la fabbrica di orologi in Svizzera, la ripresa dell’industria negli anni Cinquanta in Germania e in Canada, l’edilizia».


«In un secondo momento, con la collaborazione del fotografo Maurizio Giacomini ho realizzato un reportage sulla vita degli stranieri che oggi vivono nella nostra Regione. Con Giacomini siamo andati alla scoperta di questa realtà: nelle fabbriche, nei ristoranti, nei negozi etnici aperti negli ultimi anni, nelle scuole».