Italia, Germania e Svezia indagano su arresti Cia in Europa


WASHINGTON – Le autorità di alcuni paesi europei stanno indagando per accertare se agenti della Cia abbiano violato le leggi nazionali arrestando sospetti terroristi sul suolo europeo, trasferendoli in paesi dove è praticata la tortura, ha detto il Washington Post nella sua edizione domenicale.


La Cia compie solitamente queste operazioni di «trasferimento» con l’aiuto o il benestare delle agenzie di intelligence locali, ma le autorità di Italia, Germania e Svezia stanno accertando se questa pratica sia una violazione della sovranità nazionale e dei diritti umani, ha detto il Post.


La Cia mantiene il riserbo più assoluto sui dettagli dei «trasferimenti», ma ha difeso questa controversa pratica come una via efficace e legale per prevenire il terrorismo, ha detto il Post.


L’amministrazione Bush ha ricevuto l’appoggio per i «trasferimenti» da governi che sono stati criticati per la situazione dei diritti umani, come Egitto, Giordania e Pakistan, dove molte persone sono state portate per essere interrogate.


Le autorità europee che indagano su questa pratica incontrano molti ostacoli pratici e legali nell’individuare eventuali agenti Usa responsabili di reati, a cominciare dall’accertamento della loro identità o dalla protezione derivante dall’immunità diplomatica


Ma le procure in Italia e Germania non hanno escluso di poter formulare ipotesi di reato, ha detto il Post.


Il quotidiano la Repubblica ha scritto il mese scorso che uomini della Cia hanno sequestrato il 17 febbraio del 2003, in pieno giorno, in via Guerzoni, a poche centinaia di metri dall’istituto islamico di viale Jenner, un egiziano di 42 anni, Hassan Mustafa Osama Nasr, conosciuto anche come Abu Omar.


L’uomo, dice il giornale, sarebbe stato trasferito nella base militare americana di Aviano, per essere interrogato e picchiato, prima di venire consegnato, la mattina del 18 febbraio, all’Egitto, dove sarebbe ancora detenuto.


Secondo Repubblica, la procura di Milano conosce le foto e l’identità, forse falsa, degli agenti americani che hanno condotto l’operazione e starebbe valutando se chiederne l’arresto per sequestro di persona.


Non è stato possibile avere un commento della notizia da parte della procura milanese.