Riflettori sul colloquio Ciampi Berlusconi


Roma.- L’appuntamento è per oggi, anche se ufficialmente non risulta ancora fissato. Berlusconi salirà al Colle (l’ultimo colloquio fra i due risale allo scorso 10 marzo) insieme a Gianni Letta in uno dei passaggi più difficili per il governo e la sua stessa leadership. Non a caso, sono diversi gli osservatori che fanno notare l’insolita decisione di un incontro fra capo del governo e capo dello Stato non dopo ma prima del vertice politico di maggioranza che dovrà esprimersi sulla crisi politica in atto.


Con il capo dello Stato il Premier si troverà ad esaminare le possibili vie d’uscita da una situazione che, al momento, ancora non esclude il precipitare verso le elezioni anticipate. Autorevoli consiglieri hanno anzi in questi giorni suggerito al Cavaliere di prendere la palla al balzo e approfittare del momento, chiedendo il voto anticipato in modo da ricompattare dietro di sé tutta la coalizione. E’ la strategia che Gianni De Michelis chiama del “damage limitation”, la limitazione del danno:


– L’alternativa – spiega il segretario socialista – è quella di una forte discontinuità nell’azione di Governo, ovvero quella che non si è vista in questi quattro anni. Ne ho parlato a Berlusconi e ha iniziato a capire: del resto in lui è fortissimo l’istinto di sopravvivenza.


Al momento però non sembra che la strada delle elezioni a giugno sia un’ipotesi che a palazzo Chigi qualcuno è disposto a considerare. Come del resto l’apertura formale di una crisi con un Berlusconi-bis. Al massimo, si concede, ci potrà essere “un rafforzamento della squadra di governo” e un’attenzione particolare alle imprese, al ceto medio e al Mezzogiorno nel finale di legislatura. In questo quadro rientrerebbe la creazione di un dicastero per la programmazione nel Meridione, che accorperebbe alcune competenze dell’Economia e delle Infrastrutture. Tra le mille ipotesi che si rincorrono in vista del vertice di maggioranza di giovedì prossimo, una delle più accreditate tra gli azzurri prevede ritocchi minimi alla compagine – un nuovo ministro della Salute per An, un nuovo ministero per il Sud – e nessuna crisi di governo. Il Quirinale potrebbe tuttavia pretendere una “parlamentarizzazione della crisi”.