Italia unita per Emma Bonino Commissario Onu per Rifugiati


NEW YORK.- Non solo il governo italiano ma buona parte delle forze politiche e dell’opinione pubblica sostengono la candidatura di Emma Bonino a Commissario Onu per i Rifugiati, ha detto ieri il ministro degli Esteri Gianfranco Fini ai giornalisti al termine di un colloquio con il Segretario Generale delle Nazioni Unite Kofi Annan.


– Ho ribadito al Segretario Generale che il governo italiano, a nome non soltanto della maggioranza di governo ma molto probabilmente di una fetta più larga delle forze parlamentari e della pubblica opinione, sostiene convintamente la candidatura dell’onorevole Bonino – ha detto Fini uscendo dalla residenza di Annan.


Bonino è entrata nella “short list” delle otto personalità in lizza per diventare Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati al posto del dimissionario olandese Ruud Lubbers.


I candidati avranno un colloquio con alti funzionari Onu e con Annan. Il prescelto dovrà ottenere il gradimento dell’Assemblea generale.


L’agenzia per i rifugiati (Acnur) ha un budget annuale vicino a 1 miliardi di dollari e 6.000 dipendenti in 115 paesi che assistono 17 milioni di senza casa in tutto il mondo.


Lubbers ha dato le dimissioni lo scorso mese sotto la pressione del Segretario Generale dell’Onu e del suo staff dopo mesi di accuse circa presunte molestie sessuali, da lui categoricamente smentite.


In lizza ci sono due extraeuropei: Gareth Evans, ex ministro degli Esteri australiano e ora presidente del think tank Crisis Group con base a Bruxelles, e il tunisino Kamel Morjane, attualmente vice-Alto commissario.


I sei europei, oltre all’ex commissario europeo per i Diritti umani ed europarlamentare Emma Bonino, sono Hans Dahlgren, segretario di stato svedese per gli Affari esteri ed ex ambasciatore Onu; l’ex premier portoghese Antonio Guterres; il danese Soren Jessen-Peterson, ora a capo dell’amministrazione Onu in Kosovo; il francese Bernard Kouchner, ex ministro della Sanità e fondatore di Medici senza frontiere, e Mark Verwilghen, ministro belga di Economia, Energia e Commercio estero