Fiat si assuma la responsabilità


TORINO .- Una dura critica alla Fiat e un appello ai suoi vertici affinche’ ”incontrino i sindacati perche’ non e’ accettabile, nel 2005, che un’ azienda decida sulla testa dei suoi dipendenti come sta facendo in questi giorni con l’ultima cassa integrazione” e’ venuta ieri dal sindaco di Torino, Sergio Chiamparino alla manifestazione per il primo maggio. Al sindaco quest’ anno e’ toccato il discorso centrale per la manifestazione torinese per la giornata della festa del lavoro (non c’ erano leader di partito nazionali, da Roma solo Luciano Violante, capogruppo Ds alla Camera e il parlamentare Giorgio Benvenuto), un discorso lungo e sentito iniziato con la solidarieta’ all’ Orchestra Sinfonica della Rai, per l’ occasione invitata a salire e suonare dal palco e continuata con una dichiarazione perentoria sull’ importanza nella societa’ italiana della liberta’ e del lavoro, valori tutelati dalla Costituzione, un ”bene assoluto da difendere”.


Sottolineando come sia stato giusto ”porre quest’ anno al centro del primo maggio, i 60 anni della Liberazione”, il sindaco ha detto: ‘il 25 aprile ci ha dato la liberta’, la Costituzione lo stato di diritto”. Ma il cuore del discorso e’ stata l’ analisi delle ultime decisioni di questi giorni della Fiat di mandare in cassa 1.300 lavoratori, ”senza concordare strategie con le parti sociali e istituzionali”. Chiamparino ha chiamato tutti, istituzioni in testa, ma soprattutto la famiglia che ancora e’ potente in Fiat, le banche ”sempre piu’ importanti nel futuro finanziario dell’ azienda”, i sindacati, a prendersi le loro responsabilita”’. ”Noi dal canto nostro siamo pronti – ha aggiunto – e’ ora di decidere insieme sul futuro delle famiglie, non puo’ farlo da solo l’ azienda, non possiamo tornare indietro di vent’ anni se non di piu’, come se non ci fossero i sindacati, come se noi non ci fossimo. Si puo’ concordare anche su forme di cassa integrazione a rotazione, ma con prospettive certe”.


E a questo punto il sindaco ha ringraziato i sindacati per quanto hanno fatto e stanno facendo ”perche’ si parla sempre troppo poco di quanto aiutino questo paese a difendere lo stato di diritto”.


Infine un accenno al governo che ”non puo’ dimenticare che dopo l’ euro il meccanismo e’ cambiato, una volta quando c’ erano problemi si svalutava la lira, poi arrivava l’ inflazione e di nuovo la svalutazione e cosi’ via e questo sulla pelle del debito pubblico. Adesso non si puo’ piu’, se c’ e’ inflazione non si puo’ ricorrere alla svalutazione. Bisogna intervenire sulla qualita’ del lavoro e del prodotto, e questa non e’ battaglia disperata, si puo’ vincere se si fa in fretta anche perche’ molti imprenditori seri, anche medio piccoli, gia’ lo hanno capito e sta cercando di andare in questo senso’.


La manifestazione torinese, alla quale hanno partecipato 30.000 persone secondo i sindacati, 20.000 secondo la polizia, si e’ svolta regolarmente, in una calda giornata di sole che ha visto anche, oggi la festa della Gioc (Gioventu’ operaia cristiana) e un concerto. Ha concluso gli interventi Nanni Tosco, segretario torinese Cisl, parlando soprattutto della crisi di Torino e della Fiat, ”un’ azienda sulla quale anche il governo non puo’ continuare a proporre il suo silenzio peloso. Il governo puo’ e deve intervenire anche, magari, con una partecipazione momentanea mentre la famiglia e l’ imprenditoria italiana tutta devono riprendere a fare quello che facevano una volta gli imprenditori, innovare e rischiare”.