UE: L’Italia si opporrà alla procedura disciplinare


ROMA – La Commissione europea proporrà la settimana prossima l’avvio di una procedura disciplinare per deficit eccessivo nei confronti dell’Italia ma il ministro dell’Economia Domenico Siniscalco si opporrà in tutte le sedi contro la decisione, basata su argomentazioni elaborate da tecnici della Commissione e definite non condivisibili o inaccettabili.


– Si tratta di un documento redatto unilateralmente da uffici tecnici della Commissione – spiega una fonte del ministero da cui “si deplora la fuga di notizie” da Bruxelles.


Le argomentazioni contenute nella bozza sono definite “non condivisibili o inaccettabili e a queste verranno apposte argomentazioni puntuali in tutte le sedi competenti”, aggiunge la fonte che fa riferimento “al Comitato economico e finanziario, all’Eurogruppo, all’Ecofin”.


Nella bozza del documento dell’esecutivo comunitario, il superamento della soglia di 3 per cento nel rapporto tra deficit e Pil nel 2003, nel 2004 e assai probabilmente nei prossimi anni non è da ricondursi a circostanze eccezionali che possano risparmiare da una procedura disciplinare.


“Il deficit superiore al valore di riferimento di 3% nel 2003 e nel 2004 non è il risultato… di un evento inusuale al di fuori del controllo delle autorità italiane, né di un grave rallentamento economico” dice la bozza.


“Alla luce di questo la Commissione ha deciso di avviare la procedura per deficit eccessivo nei confronti dell’Italia” si legge ancora nel documento che sarà sottoposto martedì prossimo all’esame della Commissione.


Sempre secondo questa bozza le proiezioni sul deficit “sono destinate ad aumentare in modo sostanziale” nel 2005, anche se le stime attuali vedono il disavanzo pubblico ben oltre 3 per cento”.


Il rapporto della Commissione sull’Italia, che passerà all’esame dei 25 ministri finanziari Ue, è il primo presentato dopo la revisione del patto di stabilità di marzo scorso.


Il primo incontro di Siniscalco su questi temi sarà “lunedì con il commissario europeo agli Affari monetari Almunia” ha detto la fonte del Tesoro che nota anche come “il documento non prenda in considerazione misure o interventi già adottati o chiariti dall’Italia”.


Dal canto suo, il Presidente del consiglio Silvio Berlusconi non ritiene che l’Unione europea chiederà all’Italia una manovra correttiva sui conti pubblici, dopo la nuova bacchettata sulla sostenibilità del bilancio arrivata da Bruxelles.


Il Capo del Governo rinvia ogni decisione al ministro dell’Economia Domenico Siniscalco ma fa notare che quando nel recente passato altri paesi Ue – Francia e Germania – hanno sforato i parametri di Maastricht la commissione non li ha penalizzati.


– E’ una domanda che dovete porre al ministro Siniscalco, che non esprime preoccupazioni… Io non credo – ha risposto il Premier a margine della festa della Repubblica del 2 giugno a chi gli chiedeva se pensa che la Ue imporrà al paese una manovra correttiva. Tra l’altro i paesi che hanno una situazione difficile sono tanti, diversi e più importanti, e l’hanno avuta anche negli anni passati e non c’è stata nessuna penalizzazione per questi paesi perchè certi andamenti dell’economia non sono ascrivibili alla conduzione economica del singolo paese, sono ascrivibili a fenomeni antichi e ad una situazione generale.


A gettare ulteriori ombre sui conti ci sono – oltre alle previsioni di Bankitalia dei giorni scorsi su una crescita nulla e un deficit al 4 per cento quest’anno – anche i dati sul fabbisogno. Nei primi cinque mesi dell’anno il ‘rosso’ ha fatto registrare un incremento su anno di 1,3 miliardi segnando, per la prima volta nel 2005 una flessione del 6 per cento circa dell’Iva dovuta alla modifica dei sistemi di pagamento.