“Profonda apprensione per le sorti della Cantoni”


Roma.- Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha inviato un messaggio all’ex Re dell’Afghanistan, Mohammad Zahir Shah.


“Maestà – dice Ciampi – mi rivolgo a lei nel vivo ricordo dei nostri incontri a Roma e dell’affetto sincero da lei sempre dimostrato per l’Italia. Desidero esprimerle la preoccupazione di tutti gli italiani per la sorte di Clementina Cantoni, la giovane volontaria che svolgeva con generosità in Afghanistan la sua missione al fianco dei deboli e dei bisognosi; da quasi venti giorni ormai essa si trova nelle mani dei suoi sequestratori.


Questa detenzione prolungata suscita in me profonda apprensione: ogni giorno che passa accresce l’angoscia dei familiari e di tutti coloro che si sentono solidali con la giovane rapita. Nutro grande stima per la Sua saggezza e conosco il profondo rispetto che il popolo afghano ha nei Suoi confronti. Questi sentimenti motivano il mio appello affinchè Ella voglia interporre la Sua autorevolezza per ottenere che Clementina venga restituita al più presto ai suoi cari. Sono certo che un Suo intervento possa sostenere gli apprezzati sforzi del governo afghano e l’impegno personale del Presidente Karzai, per conseguire una pronta liberazione della nostra connazionale. Mi è gradita l’occasione – conclude Ciampi – per farLe pervenire i miei cordiali saluti”. Intanto un grande falò è stato acceso su una delle colline intorno a Kabul come messaggio costante rivolto ai rapitori di Clementina Cantoni, per chiederne la liberazione. Lo ha comunicato il ministro dell’Interno afgano Lutfullah Mashal, sottolineando che con questa iniziativa, ribattezzata ‘il faro della speranza’, si vuole dare un segnale ai sequestratori che le autorità e la popolazione continuano a mantenere alta l’attenzione sul destino della giovane donna.


Dal canto loro, le vedove afgane, protagoniste dei programmi di aiuto che la Cantoni era incaricata di seguire, hanno sottoscritto una nuova petizione per il suo rilascio, firmata anche dagli operatori delle Nazioni Unite presenti a Kabul.


Papa Benedetto XVI dopo la recita dell’Angelus’ davanti a migliaia di fedeli in Piazza San Pietro ha chiesto anch’egli la liberazione della cooperante.


“La dolorosa esperienza che questa nostra sorella sta vivendo – ha aggiunto il Pontefice – sia di stimolo a ricercare con ogni mezzo la pacifica e fraterna intesa fra gli individui e le nazioni”.