Berlusconi sia processato in appello assieme a Previti”


ROMA.- I legali di Silvio Berlusconi hanno chiesto che il Premier sia processato in appello assieme a Cesare Previti per il caso Sme. Lo ha detto Previti, avvocato e deputato di Forza Italia, a 10 giorni dall’apertura del procedimento di secondo grado a Milano.


– I miei avvocati hanno sottoposto il problema alla Corte d’appello presentando anche il consenso scritto del Presidente Berlusconi e della sua difesa alla riunione dei processi – ha detto Previti in un’intervista-.


La Corte si è dichiarata disponibile all’esame della richiesta. Su indicazione della Corte sarà immediatamente presentata un’istanza congiunta delle difese Berlusconi e Previti perché nei tempi più brevi si proceda alla riunione.


In primo grado il processo per corruzione che vedeva imputati insieme il presidente del Consiglio e il suo ex avvocato è stato separato quando era vicino alla discussione finale per effetto di una legge, poi dichiarata incostituzionale, che sospendeva i dibattimenti per le più alte cariche dello Stato.


Ciò ha portato a due sentenze diverse, pronunciate da giudici diversi. Previti è stato condannato nel novembre 2003 a cinque anni di reclusione per avere corrotto il giudice romano Renato Squillante, ma non per la presunta corruzione nello specifico caso Sme.


Il processo a Berlusconi, congelato dalla legge ad hoc, è arrivato a sentenza il 10 dicembre scorso con l’assoluzione di Berlusconi per tre episodi di presunta corruzione, mentre per un quarto gli sono state riconosciute le attenuanti generiche che hanno comportato l’estinzione del reato per prescrizione.


Sia Previti che Berlusconi, in quest’ultimo caso anche la Procura di Milano, sono ricorsi in appello. L’inizio del processo di secondo grado per Previti è previsto il 18 giugno.


Per Previti, le sentenze di primo grado sono “radicalmente contrastanti sulla valutazione dei fatti, tali da essere fra loro incompatibili”, mentre “l’imputazione è identica per tutti. Il reato è unico e i ruoli sono perfettamente indicati e quindi complementari l’uno all’altro”.


L’accusa sostiene che la Fininvest di Berlusconi aveva chiesto agli avvocati Previti e Attilio Pacifico di corrompere il giudice Squillante e altri magistrati romani per addomesticare le sue sentenze, in particolare quella sulla contesa con la Cir di Carlo De Benedetti per l’acquisizione del gruppo agroalimentare pubblico Sme dall’Iri alla metà degli anni 80.