La soddisfazione di Cardilli nel salutare i consiglieri del CGIE


ROMA.- “Care Consigliere e cari Consiglieri del Cgie, giovedì scorso, concludendo formalmente il ciclo della mia responsabilità della Segreteria del Cgie (Consiglio generale italiani all’estero, ndr), ho pronunciato il mio saluto di commiato al Comitato di Presidenza, sottolineando il legame che mi ha unito a tutti voi nella presente e nella precedente legislatura”.


Apre con queste parole la lettera di commiato che il ministro Torquato Cardilli ha inviato ieri ai consiglieri del Cgie. “Il fatto che due diversi Governi – prosegue la lettera – mi abbiano chiamato a ricoprire questo ruolo, ciascuna volta per due anni, è stato per me motivo di particolare soddisfazione: l’ho considerato un riconoscimento all’impegno e alla dedizione che Vi ho dedicato senza colorazione politica. L’incarico di vostro Segretario è stato per me prodigo di soddisfazioni perché mi ha consentito di contribuire alla costruzione di un migliore avvenire per gli Italiani all’estero”.


“Tra voi e me esiste – dice ancora il ministro Cardilli – una particolare complementarietà: voi siete emigranti o figli di emigranti o nipoti di emigranti, mentre io sono papà di emigranti (e da qualche giorno nonno di emigranti) che ha sentito in famiglia i disagi del distacco dalla madre patria dei propri figli. Da tutti voi, Consiglieri del CGIE nel mondo, e dai connazionali visitati durante le riunioni delle Commissioni Continentali ho imparato molto, arricchendo giorno per giorno le conoscenze dei vostri problemi e operando per la loro soluzione”.


“Un ricordo particolare rendo con un inchino alla memoria dei Consiglieri che hanno lasciato, tutti prematuramente, questo mondo senza poter vedere la realizzazione delle loro fatiche. Oggi lascio l’Italia e prima che l’aereo si stacchi dal suolo patrio desidero rivolgermi ancora una volta a Voi per esternarvi tutto il mio affetto, commosso dalle tante testimonianze di simpatia che ho ricevuto”. “Fedele all’impegno di trasparenza e di schiettezza che ho sempre avuto nei Vostri confronti, così come verso i miei superiori, non nascondo un certo disagio per non aver visto realizzate quelle riforme che avevo fortemente auspicato, ma sulle quali non si è creato quel consenso politico necessario, per mancanza di lungimiranza, per l’ancoraggio all’inerzia conservatrice, per l’assenza di innovazione: mi riferisco in particolare allo snellimento dell’ottocentesco sistema dei rimborsi, che impone una trentina di defatiganti passaggi per ogni pratica; alla rimodulazione della attribuzione dei seggi del Cgie in occasione della rielezione del Consiglio; alla armonizzazione tra la legge del Cgie e la legge del voto all’estero; alla creazione di un’authority per il voto all’estero che prendesse a base le anagrafi consolari e a quelle riforme che attendete da troppo tempo”.


“Il servizio – scrive ancora il ministro Torquato Cardilli – mi chiama ancora una volta a rappresentare l’Italia all’estero e mi accingo a questa quarta missione di ambasciatore con rinnovato impegno, onorato della fiducia che in me ha riposto lo Stato, di cui mi considero un fedele servitore. Il Cgie, grazie anche al costante ed infaticabile sostegno del Ministro per gli Italiani nel Mondo Onorevole Tremaglia, che ha tenuto sempre alta la vostra bandiera lottando contro nemici palesi e occulti, ha compiuto in questi anni enormi progressi in termini di visibilità nazionale ed internazionale (vorrei qui ricordare l’interesse e l’apprezzamento dimostrato da Paesi di grande emigrazione come la Cina, la Corea, il Marocco e la Turchia per la nostra legge e per il nostro modello), in termini di difesa dei diritti dei connazionali, in termini di conquiste politiche irreversibili come l’esercizio del diritto di voto all’estero”.


“Non vi nascondo – scrive infine il responsabile Mae del Cgie – che mi sarebbe piaciuto vedere dal di dentro il compiersi dell’evento elettorale tanto agognato, che porterà alcuni di voi a fare l’ingresso da protagonisti nel Parlamento Nazionale come rappresentanti di quella che comunemente viene definita l’altra Italia. Parto sentendomi di valere meno di un sandalo di Cincinnato, ma egualmente pronto a rispondere alla chiamata di Roma in qualsiasi momento. Per l’attaccamento che ho sempre nutrito verso il successo delle vostre battaglie, vorrei perciò lasciarvi con una promessa: quella della mia totale disponibilità per la Segreteria del gruppo parlamentare degli italiani all’estero”.