Per il mondo siamo una cosa sola: l’Europa


MILANO – Dopo l'”inattesa battuta d’arresto” all’ultimo Consiglio europeo, l’Europa si trova su un “sottile crinale” tra la resa e la volontà di andare avanti, ha detto il presidente della Repubblica,


sottolineando la necessità di far ripartire il lavoro sulla Costituzione bloccato dopo i “no” di Francia e Olanda.


“Questo è un momento di grande sfida per l’Europa. Ci muoviamo su un sottile crinale: da un lato l’arrendersi alle difficoltà; dall’altro, la volontà di avanzare”, ha detto Carlo Azeglio Ciampi al Quirinale, in un discorso ai partecipanti al colloquio “Dall’eredità alla condivisione: cultura, religione e società nella nuova Europa”.


“La Costituzione europea ha rappresentato l’occasione per rafforzare le basi di un ordinamento comune; migliorare la governabilità dell’Europa allargata. Si è verificata un’inattesa battuta d’arresto”, ha detto il capo dello Stato.


“È incerto quando e in quale forma il lavoro per la Costituzione europea potrà essere ripreso. Esso rimane essenziale per contrastare le forze centrifughe che insidiano l’unità europea; per far prevalere il bene comune sugli interessi antagonisti degli Stati”.


Per Ciampi, “ciò che oggi ci unisce tutti è molto di più di ciò che ci divide “perchè “agli occhi del mondo, noi siamo come una cosa sola: siamo l’Europa, l’Occidente”.


Ribadendo che “l’Unione Europea non intende né può funzionare solamente sulla base di un sistema di norme e di regole”, il presidente della Repubblica ha aggiunto che l’Unione Europea, con i suoi valori fondanti di libertà, dialogo, uguaglianza e diritto “è un baluardo contro il riemergere dei nazionalismi esasperati”.


Il Consiglio europeo a Bruxelles del 16 e 17 giugno scorsi, si è chiuso senza un accordo tra i leader Ue sul nuovo bilancio per gli anni 2007-2013 e con un periodo di riflessione sul processo di ratifica del Trattato costituzionale, respinto per via referendaria in Francia e Olanda.


I leader politici del Lussemburgo hanno deciso di confermare la data del 10 luglio per il referendum sulla Costituzione, malgrado la decisione dei leader Ue di posticipare la data della ratifica.