“Intrighi contro il voto estero”


Un “patto di fiducia” per scongiurare manovre contro il voto degli italiani all’estero. E’ quanto ha chiesto il ministro per gli Italiani nel mondo, Mirko Tremaglia, intervenuto alla seconda giornata di lavori dell’Assemblea plenaria del Cgie. Che cosa ha messo in allarme Tremaglia, che pure ha ribadito con forza come il voto degli italiani all’estero sia “programma assoluto di governo”?


In primo luogo le dichiarazioni rilasciate di recente dal ministro alla Funzione pubblica (già sottosegretario agli Esteri), Mario Baccini, che ha sollevato dubbi sulla “preparazione dell’Italia” ad applicare la legge 459 del 2001, che regola il voto degli italiani all’estero; e il timore, ha spiegato Tremaglia ai delegati del Cgie, del sorgere di una “strana alleanza” in Parlamento, creatasi nei giorni scorsi in Senato con emendamenti trasversali al decreto legge sulla ripartizione dei seggi, emendamenti poi ritirati. Tremaglia ha quindi espresso di fronte all’assemblea la sua “viva preoccupazione” in merito all’eventualità che qualcuno possa rivolgersi alla Corte costituzionale per chiedere la soppressione dell’articolo 8, in base al quale possono candidarsi per gli italiani all’estero solo i residenti all’estero.


Una risposta alle perplessità sollevate dal ministro Baccini è giunta indirettamente dal sottosegretario agli Esteri Margherita Boniver, intervenuta all’Assemblea del Cgie in sostituzione del ministro Fini, richiamato d’urgenza dai gravi avvenimenti di Londra. Il referendum di giugno, ha detto il sottosegretario, ha offerto l’occasione per fare il punto sul grado di efficienza nell’applicazione della legge 459, e il bilancio è stato positivo: il rapporto tra plichi elettorali inviati e buste restituite dai connazionali agli uffici consolari è stato pari al 20,35 per cento, una percentuale di votanti assai vicina a quella registrata in Italia. Quella del referendum, ha sottolineato la Boniver, è stata quindi una “prova incoraggiante” in vista delle politiche del 2006, per le quali le comunità italiane all’estero saranno certamente protagoniste – ha concluso il sottosegretario – di “un coinvolgimento consapevole ed attivo che fa giustizia di pregiudizi e stereotipi consolidati”.


Al termine dell’intervento del ministro Tremaglia è seguito un acceso dibattito. Elio Carozza, vicesegretario generale per l’Europa e il Nord Africa ha sottolineato che la vera grande impasse è dovuta al non allineamento delle anagrafi, un fatto tanto più deprecabile quando si tenga conto che la legge 459 è stata varata ormai quattro anni fa. A conclusione delle repliche dei consiglieri è intervenuto il segretario generale del Cgie, Franco Narducci: la battaglia per il voto è stata vinta grazie alle “larghe intese”, i consiglieri lavorino dunque “con spirito unitario” e mettano da parte, “anche dentro il Cgie, la campagna elettorale”.