Atr caduto, si indaga su carburante e pilota

PALERMO – Le indagini sull’incidente aereo dell’Atr 72, finito in mare con 39 persone a bordo delle quali 13 sono rimaste uccise e altre tre sono ancora disperse, hanno imboccato due strade principali. L’aereo è stato costretto a un ammaraggio di fronte alla costa siciliana per un calo di potenza di entrambi i motori. Una prima ipotesi di lavoro mira dunque a verificare la qualità del carburante con il quale è stato rifornito il velivolo; la seconda punta su un eventuale errore di pilotaggio del comandante Gharbi, in quel momento ai comandi.


“Tra le ipotesi su cui stiamo lavorando – ha spiegato il procuratore di Palermo Pietro Grasso, titolare del fascicolo d’indagine, che ha recisamente escluso ogni ipotesi di sabotaggio – è che ci siano stati dei ‘residui’ nelle autobotti da cui è stato effettuato il rifornimento, residui poi passati nell’impianto di distribuzione del carburante. Potrebbe essere questa la causa del blocco dei motori”. “Non si può escludere – ha continuato il pm – che il cherosene usato per il rifornimento fosse mischiato all’acqua. Quel che è certo è che il carburante non mancava”. Infatti le trascrizioni delle comunicazioni tra l’Atr e la torre di controllo dell’aeroporto palermitano di Punta Raisi riporterebbero la seguente frase del pilota: “Ho ancora carburante, cosa ne faccio?”. E’ infatti procedura usuale, in caso di atterraggi d’emergenza, svuotare i serbatoi per evitare incendi.


Proprio il rispetto delle procedure di ammaraggio è la seconda ipotesi su cui indaga la procura di Palermo. “Verificheremo – ha chiarito Grasso – se la condotta del pilota può essere una concausa del disastro”. E’ comunque da escludersi, ha precisato il pm, un cedimento strutturale del velivolo, ed è altresì da ritenersi “altamente improbabile” la rottura di entrambi i motori, evento che, come hanno spiegato i tecnici, si verifica “una volta su un miliardo”.


Ad indebolire la tesi del carburante adulterato è la circostanza, confermata ieri dal procuratore della Repubblica di Bari, Emilio Marzano, secondo cui dalla stessa autocisterna che rifornì l’Atr precipitato si sarebbero riforniti altri velivoli, giunti tutti felicemente a destinazione.