Ancora tante difficoltà per l’industria italiana


ROMA – L’industria italiana è in difficoltà. E lo è soprattutto in quei settori trainanti che l’hanno resa protagonista a livello mondiale. In giugno la produzione ha accusato una brusco calo: -3 per cento ri-spetto a giugno 2004 a parità di giorni lavorativi (-2,9 per cento il dato grezzo), e -0,7 per cento sul mese precedente. Si tratta, in ambedue i casi, della seconda flessione consecutiva. E le prospettive non sono del tutto positive, secondo l’Isae, neanche per il terzo trimestre. Le rilevazioni preoccupano un po’ tutti: per i sindacati è de-clino, le associazioni chiedono la rapida introduzione di prov-vedimenti per invertire un trend negativo che ormai si trascina da troppo tempo.


– Il dato va valutato con re-sponsabilità e serietà per ap-prontare – afferma il vice ministro delle Attività produttive, Adolfo Urso – una finanziaria adeguata, che punti interamente al rilancio industriale.


Oltre ad essere negativo di per sé, giugno chiude anche un primo semestre e un secondo trimestre in rosso. Nel periodo aprile-giugno la produzione è calata dell’1,3 per cento su base annua. Da gennaio a giugno, invece, il calo è ben più pesante: -2,5 per cento il dato grezzo e -1,9 per cento quello corretto per giorni lavorativi. Il -3 per cento di giu-gno rappresenta la flessione più pesante da dicembre 2004, che si era chiuso con un -3,6 per cento.


Principali responsabili del calo sono i settori di punta italiani, primo fra tutti quello calza-turiero, che ha perso il 14 per cento rispetto a giugno 2004, il 3 per cento su maggio 2005 ed il 10,8 per cento nei primi sei mesi rispetto al primo semestre del-l’anno precedente.


Non va meglio all’industria tessile, che a giugno lascia sul terreno il 5,5 per cento rispetto al 2004, archiviando il primo semestre con un -6,5 per cento. In negativo anche l’industria della carta, quella degli articoli in gomma, dei mezzi di trasporto, degli apparecchi elettrici e di precisione e delle macchine ed apparecchi meccanici. Fra i pochi settori che chiudono giugno in attivo figura il comparto della produzione di energia elettrica, gas ed acqua: +2,8. La voce energia è anche l’unica in po-sitivo se si analizza l’andamento dei principali raggruppamenti di industrie, con un incremento del 5,0 per cento rispetto a giugno 2004, del 3,8 per cento nel primo semestre e dell’1 per cento su maggio 2005.


Bruschi cali, infine, si sono avuti per i beni di consumo e per quelli strumentali ed intermedi.