Kimi vince, Alonso vede il mondiale


ISTANBUL (Turchia), Alla fine esultano in due: Kimi Raikkonen perché ha vinto, Fernando Alonso perché il mondiale é sempre più vicino.


Il primo gran premio di Turchia apre il rush finale del campionato di formula uno e la McLaren-Mercedes del finlandese dimostra di essere la macchina più veloce. Ma basterà per riaprire la partita? Quando mancano cinque gare alla fine (Monza, Spa, Interlagos, Suzuka e Shanghai) lo spagnolo esce dall’ Otodrom di Istanbul con 24 punti di vantaggio su Raikkonen. Appena due in meno di quelli che aveva dopo lo 0-10 di Ungheria. Ecco perché sono in due a levare le braccia al cielo, nel parco chiuso: Kimi ha vinto – ed è la quinta volta quest’anno, appena una in meno dello spagnolo – ma è Fernando a ‘vedere’ il mondiale.


Se Raikkonen le vincerà tutte, ad Alonso basterà arrivare una volta terzo, tre volte quarto ed una volta quinto per essere sicuro del titolo. Ma se la formula 1 fosse pugilato (non basta la passerella di Mike Tyson in griglia di partenza per fare la metamorfosi…) Kimi e la McLaren starebbero vincendo ai punti.


In Turchia il finlandese, partito dalla pole position, domina dall’inizio alla fine. Fernando, che è il primo a fermarsi al pit-stop, naviga al terzo posto ed è già pronto ad accontentarsi quando – a due giri dalla fine – Juan Pablo gli regala due punti andando largo alla ‘curva otto’ che diventerà uno degli incubi dei piloti nei prossimi dieci anni. E la Ferrari? Evanescente, a dir poco. Schumi parte dall’ ultima posizione in griglia, risale fino al decimo posto. Ma al 15/o giro tenta un sorpasso all’esterno su Mark Webber, va in testacoda e sbatte con la Williams dell’ australiano. Webber perde il musetto, Michael rientra ai box con la macchina danneggiata, torna in pista, ma poi rientra ai garage. E di nuovo si ripresenta in gara al 33/o giro, giusto per ‘sorpassare’ i ritirati Webber, Massa e Hidfeld nella lista delle qualifiche di Monza. Un obiettivo minimo che dice tutto sul passo indietro delle Rosse dopo la pole position di Budapest. Detto di Schumi, è gara semplicemente da dimenticare quella di Barrichello, decimo senza alcun acuto.


Peggio della Ferrari (che così interrompe una tradizione: aveva sempre vinto all’esordio delle nuove piste mondiali), solo la Williams messa in crisi dalle gomme Michelin: tre ‘forature’ alla posteriore destra (due per Webber ed una per Heidfeld) dimostrano che c’é un problema strutturale della macchina.


Dopo i fatti di Indianapolis, scuderia e costruttori di gomme si affrettano a tenere una conferenza stampa per spiegare che la ‘colpa’ stavolta è della macchina non del gommista…


Al via sembra che Fisichella possa essere protagonista, perché brucia Raikkonen sullo scatto.


Ma il finlandese nonostante una macchina molto più carica di benzina (farà 9 giri in più rispetto ad Alonso: si ferma per il rifornimento solo al 22/o giro…) già alla curva 11 infila il romano, che sbaglia la staccata e si fa passare anche da Alonso.


Alle spalle di Raikkonen, Alonso, Fisichella, Montoya, Trulli, Heidfeld, Klien, Coulthard e Webber ecco le Ferrari di Barrichello e Michael Schumacher.


Quando Fernando si ferma al rifornimento (giro 13, al successivo tocca a ‘Fisico’), Montoya balza al secondo posto. E le posizioni dei primi quattro restano cristallizzate fino a due giri alla fine, quando il colombiano fa il suo ‘regalo’ allo spagnolo. Peraltro negato da Briatore: «Ma quale ‘regalo’… Era tutta la corsa che dicevano a Fernando di spingere e spingere.


E’ andata bene così».