Terrorismo, Roma si prepara all’attacco

ROMA – Nove e trenta del mattino, di un qualsiasi mattino autunnale. Pioggia, traffico, turisti in fila per entrare nei luoghi d’arte piu’ conosciuti al mondo. Ma per Roma il 3 ottobre non è stata una giornata come le altre, a Roma si e’ simulato l’attacco virtuale e simultaneo di quel terrorismo che ha gia’ seminato terrore a Madrid come Londra, o Sharm el Sheik. E sono proprio le nove e trenta quando viene dato il via all’esercitazione che per quasi due ore mettera’ alla prova il piano di emergenza preparato da mesi.


E’ il luogo considerato il simbolo della citta’ eterna, il Colosseo, a fare da cornice al primo attacco terroristico. Un kamikaze. Il manichino vestito con una tuta kaki e un passamontagna nero viene fatto esplodere sulle strisce pedonali di fronte all’anfiteatro Flavio, a pochi metri dalla fermata della linea B della metropolitana. Subito dopo l’esplosione diversi volontari della protezione civile si sdraiano a terra per simulare i morti ed i feriti del primo attentato. Poco dopo e’ un susseguirsi di auto a sirene spiegate, in mezzo al fuoco, si comincia a transennare la zona, poi si effettua il cordone sanitario. La simulazione entra cosi’ nel pieno del suo svolgimento e contemporaneamente in Prefettura scatta il piano di emergenza coordinato.


Il prefetto, Achille Serra, prende posto nella sala decisionale accanto al sindaco Veltroni, al presidente della regione Piero Marrazzo, a quello della provincia Enrico Gasbarra e ai responsabili di tutte le forze dell’ordine. Il coordinamento e l’integrazione di tutti gli interventi ha una sola linea di comando che parte dal questore, Marcello Fulvi, responsabile dell’ordine pubblico.


Dopo il Colosseo, a distanza di dieci minuti, un fumogeno viene fatto esplodere in una banchina del metro’ a Piazza della Repubblica. Poi arriva, con un po’ di ritardo a causa di una protesta dei no global, anche l’attentato su un bus che percorre Corso Vittorio tra piazza Navona e Campo de’ Fiori. Morti, feriti e fuoco impegnano per quasi due ore la sala operativa della questura e quella decisionale della prefettura, in collegamento diretto con l’unita’ di crisi del ministero dell’Interno. Due ore di lavoro frenetico al quale Roma ha lavorato per oltre quattro mesi. E alla fine sono tutti soddisfatti, anche se con molta sincerita’ si ammette che si’, qualcosa in piu’ si poteva fare, che alcune ‘criticita” sono state notate. Ed e’ il prefetto Serra che traccia il primo bilancio. ”E’ andata bene, siamo soddisfatti e soprattutto siamo consapevoli che stiamo lavorando per la gente e la citta’ di Roma. Certamente qualche criticita’ l’abbiamo notata, ad esempio potrebbe esserci qualche minuto in meno nei tempi di arrivo dei primi mezzi di soccorso, cosi’ come il primo cordone attorno all’evento si puo’ fare con una manciata di secondi di meno”.


Il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo ha definito la macchina organizzativa dal punto di vista sanitario, riguardo gli interventi del 118, ”ben riuscita”. Marrazzo ha sottolineato che all’interno dei perimetri creati attorno ai luoghi delle due esplosioni ”si e’ lavorato con strutture di pronto intervento poi sono entrati in campo gli ospedali”. Il presidente della Regione ha poi sottolineato quanto queste esercitazioni servano a testare ”i sistemi di comunicazione sotto il profilo tecnologico per avere sempre maggiori risposte e maggior efficienza ed e’ proprio su questo versante che la Regione Lazio, nei prossimi mesi, lavorera”’.


Ventisei i morti virtuali nei tre attentati. Al Colosseo, l’esercitazione anti-terrorismo ha previsto 13 morti, classificati come codici neri, poi 7 codici rossi, 10 gialli e 20 bianchi. Ad aggiungersi alla lista poi, le persone in preda al panico, codificati come codici bianchi, che al Colosseo erano 50. Nella stazione della metropolitana di Repubblica, invece, i morti virtuali sono stati 8 e 4 i feriti con il codice rosso, 6 con quello giallo, 50 con il verde e 100 in preda al panico. Molte le persone intossicate con difficolta’ nella respirazione.

Nell’ultimo ipotetico attentato in piazza San Pantaleo, 5 morti, 10 codici gialli, 5 verdi, 35 codici bianchi e 15 rossi. E mentre dai maxi schermi allestiti nella sala stampa della Prefettura continuavano a scorrere le immagini delle due ore di simulazione anche il sindaco e il presidente della provincia davano il loro assenso al lavoro delle forze dell’ordine, dei vigili del fuoco e dei volontari. ”Sono molto soddisfatto, la macchina organizzativa e il test di preparazione e informazione hanno funzionato dandoci un quadro delle poche cose che dovranno essere corrette”, ha detto Gasbarra. Quello di stamattina per il sindaco di Roma, Walter Veltroni e’ stato ”un impegno di efficienza”, un’ esercitazione antiterrorismo servita per verificare che ”l’organizzazione funziona”. I momenti piu’ difficili dell’intera organizzazione sono state le operazioni che hanno impegnato i vigili del fuoco nei sotterranei della linea A della metropolitana dove sono state utilizzate telecamere termiche, una carrucola per trasportare i feriti piu’ gravi e dove era stato fatto saltare il sistema elettrico. Non critica, invece, e’ stata vissuta la protesta dei disobbedienti che hanno manifestato in piazza San Pantaleo. ”I Disobbedienti? Non hanno destato per noi alcuna preoccupazione anzi sono stati una variante che e’ servita a testare gli imprevisti”, ha tagliato corto il prefetto Serra. Anzi, ha ironizzato il prefetto, ”se proprio vogliamo essere sinceri” qualche momento d’ansia lo ha procurato il ministero che, proprio per valutare le capacita’ e i tempi di reazione, ha sistemato all’insaputa di tutti due piccoli ordigni, che naturalmente non sarebbero mai esplosi, ma che sono stati subito scovati e disinnescati dai carabini