Gli accordi economici e le richieste della collettività

Finalmente è approdato anche in Venezuela il viceministro delle Attività Produttive e Commercio Estero Adolfo Urso. Avrebbe dovuto farlo un anno fa ma la visita in quell’occasione fu annullata all’ultimo minuto. Lasciando tutti con la bocca amara.


Con la sua delegazione è arrivato anche il sottosegretario agli Esteri Giampaolo Bettamio, artefice degli accordi economici che riporteranno l’Italia tra i partner privilegiati del Venezuela. Un bel traguardo, un punto a suo favore che ha segnato, innanzi tutto, l’ambasciatore Gerardo Carante. Dopo la caduta in picchiata dell’interscambio economico tra Italia e Venezuela, Carante è riuscito con grande abilità diplomatica a risalire la china e portare a casa importanti affari. Successo che la nostra collettività vive con orgoglio.


Ma il luccichio dell’oro non deve far dimenticare altri problemi ancora irrisolti e, sarà bene, che tanto il viceministro Urso  come il sottosegretario Bettamio, dedichino parte del loro tempo ad ascoltare le preoccupazioni e richieste che sorgono dalla collettività. Lo scorso marzo il deputato Ds Emilio Quartiani, a seguito delle informazioni ricevute da Daniele Marconcini, rappresentante dell’UNAIE e del Consiglio Regionale Lombardo nella Consulta dell’Emigrazione, ha presentato un’interrogazione con risposta scritta al Ministero degli Esteri sulle necessità della comunità italiana in Venezuela. Quartiani metteva l’accento su varie richieste in difesa soprattutto dei più deboli, denunciando, tra l’altro, il taglio ai contributi stanziati per il Comitas, il più antico ente di assistenza volontaria esistente in Venezuela per aiutare gli italo-venezuelani in difficoltà. Quartiani chiedeva anche particolare attenzione per la questione dei sequestri, della minaccia di espropri, del riconoscimento dei titoli di studio della scuola Codazzi. Altro problema toccato quello della sanità. Al riguardo il deputato Ds chiedeva di coinvolgere direttamente le Regioni nell’attuazione delle attività di assistenza, soprattutto per quel che riguarda gli interventi medico-sanitari d’emergenza a favore dei connazionali residenti in Venezuela e anche se si intendeva offrire un sostegno a progetti di cooperazione socio sanitaria. Emilio Quartiani toccava anche il tema della riapertura dei termini per il riacquisto della cittadinanza e l’aggiornamento e bonifica dell’anagrafe consolare.


Dopo qualche mese è giunta la risposta del sottosegretario Bettamio. Per quanto riguarda la riduzione degli aiuti al Comitas, ente che offre assistenza anche ai connazionali che non hanno più il passaporto italiano, Bettamio adduceva come causa un ritardo nella presentazione della documentazione corrispondente. Lasciamo ai responsabili la risposta. In attesa di una valutazione delle richieste di un nuovo aumento di questo contributo, Bettamio consigliava gli oriundi di rivolgersi alla Missione Cattolica Italiana “meritoriamente gestita dai padri Scalabriniani”. Vorremmo sottolineare che i padri Scalabriniani già ora stanno facendo miracoli per aiutare gli indigenti italiani o italo-venezuelani in netto aumento. Ma è assurdo pensare che potrebbe sopperire anche alle esigenze dei tanti che si rivolgono al Comitas per un aiuto.


Per quanto riguarda un maggior coinvolgimento delle Regioni in iniziative in favore dei connazionali indigenti il sottosegretario spiega che è necessario incrementare l’opera di sensibilizzazione delle giunte delle Regioni. Possiamo assicurare che ormai da anni i dirigenti delle Associazioni Regionali e i vari Consultori sono impegnati in quest’opera di sensibilizzazione, purtroppo però, con scarsi risultati.


In materia sanitaria abbiamo importanti progetti avviati dalla collettività che hanno bisogno di un serio sostegno italiano.


Sul problema dei sequestri non sono necessarie ulteriori spiegazioni e ribadiamo la richiesta di un esperto permanente ad hoc da assegnare alla nostra Ambasciata.


Quanto al pericolo di espropri di aziende agricole esso persiste, nonostante al momento della risposta di Bettamio non fossero giunte denunce alla nostra rappresentanza diplomatica. Basta pensare che il governo delle isole Canarie ha aperto un’indagine a seguito delle richieste pervenute da loro connazionali.


Circa il riconoscimento, da parte del governo venezuelano, dei titoli di studio della scuola Agostino Codazzi ci auguriamo che il viceministro Urso e il sottosegretario Bettamio non perdano l’occasione di questo importante incontro con le autorità venezuelane per cercare una soluzione definitiva.


Da sempre gli accordi che avvicinano ulteriormente l’Italia al Venezuela sono propiziati e desiderati dalla grande comunità che vive ormai da più di cinquant’anni in questo paese. Ma i rappresentanti italiani devono anche calarsi nei suoi problemi. Gli affari che oggi fa l’Italia, che fanno le multinazionali italiane percorrono una strada lastricata dal prestigio e il lavoro della nostra collettività. Il made in Italy è trainato dalla piccola e media imprenditorialità locale in mano ai connazionali. Che non va dimenticata al momento della firma degli accordi tra i due paesi.


Ed infine è importante ricordare che gli italiani e i loro discendenti sono profondamente integrati in Venezuela, e continueranno a lottare per il benessere di questo paese.

Al di là dell’oro che può brillare in un determinato momento.