Arrestato Fiorani, “dava soldi ai politici”

MILANO – L’ex numero uno della Banca Popolare Italiana, Gianpiero Fiorani, è stato tradotto in carcere. E’ accusato di associazione a delinquere, aggiotaggio, appropriazione indebita e altri reati. Ordinanza di custodia anche per altri personaggi del suo entourage: Boni, Spinelli, Conti e Marmont. Secondo l’ordine di cattura firmato dal Gip Clementina Forleo, gran parte dei soldi frutto delle appropriazioni indebite effettuate da Fiorani e dai suoi collaboratori andavano a politici nazionali, i cui nomi non sono stati divulgati. E’ quanto avrebbe dichiarato agli inquirenti un supertestimone, ex manager di Bipielle Toscana; sarebbe solo a causa di questi soldi che in ambienti istituzionali e politici si sarebbe avviata una campagna per difendere “l’italianitá” di Antonveneta, la cui scalata da parte dell’olandese Abn Amro è al centro di tutta la vicenda.


Se i frutti delle appropriazioni indebite effettuate da Fiorani e soci fossero andati, secondo quanto dichiara con precisione un testimone, a politici nazionali, le perdite derivate dalle operazioni spregiudicate dell’ex leader di Bpi si sarebbero riversate sui piccoli risparmiatori. “Dichiarazioni di molti clienti privilegiati della banca – scrive il Gip, Forleo – hanno portato ad appurare che queste perdite erano spalmate su clienti minori e inconsapevoli attraverso anche addebiti fittizi sulle commissioni”.


Dalla somma degli elementi raccolti, secondo l’ordinanza, esisteva una rete di complicità che “non era tesa a proteggere l’italianità tout court del sistema bancario, ma chi dall’italianità avrebbe continuato a trarre illeciti profitti”. Oltre che a politici, il denaro – affermano gli inquirenti – finiva sui conti esteri di Fiorani e di altri indagati, prima in Lussemburgo e Svizzera e poi successivamente in paradisi fiscali come Singapore e Jersey. Trasferimenti già ammessi dallo stesso Fiorani nel corso degli interrogatori.