Antitrust, indagine su Berlusconi

ROMA – Il presidente del Consiglio nel mirino dell’Antitrust per possibile conflitto di interessi: l’organismo di garanzia ha infatti deciso giovedì 22 dicembre l’apertura di un procedimento per gli stanziamenti contenuti in Finanziaria a favore dei decoder per il digitale terrestre sulla base di un esposto dei capigruppo dell’Unione nel quale veniva richiamata la presenza sul mercato di un’azienda, la Solari.com, che fa capo a Paolo Berlusconi e che distribuisce i decoder Amstrad.


Il centro-sinistra in coro definisce “giusta” e “fondata” la decisione dell’Antitrust, mentre il sottosegretario alla presidenza del Consiglio e portavoce di Silvio Berlusconi, Paolo Bonaiuti, si dice certo che l’Antitrust accerterà “l’inesistenza” del conflitto. A quanto pare sotto la lente dell’Antitrust sarebbero finiti gli stanziamenti previsti dalla Finanziaria 2004 (110 milioni di euro) e 2006 (solo 10 milioni ma per le sole due regioni, Sardegna e Val d’Aosta, per le quali è previsto per ora lo switch off del sistema analogico). Il procedimento, ha spiegato l’Antitrust, “riguarda il presidente del Consiglio e punta a verificare quanto segnalato da alcuni parlamentari circa l’eventuale sussistenza di una situazione di conflitto di interessi nell’ambito degli stanziamenti stabiliti dalla legge Finanziaria a favore dell’acquisto di decoder televisivi”.


La segnalazione dei parlamentari, cui l’Antitrust si riferisce, è l’esposto dei capigruppo dell’Unione presentato martedì 20 dicembre. “Con la fiducia sulla legge finanziaria, l’on. Berlusconi si è assunto la responsabilità di atti governativi a favore anche del fratello”: così spiegavano i presidenti dei gruppi dell’Unione alla Camera dei deputati. L’indice è puntato sulla questione di fiducia, decisa dal Consiglio dei ministri il 14 dicembre e votata dalla Camera dei deputati nella seduta del 15 dicembre, su un maxiemendamento sostitutivo del’intera legge finanziaria, “comprendente contributi pubblici per l’acquisto dei decoder per il digitale terrestre, distribuiti e commercializzati in Italia anche da una società controllata dal signor Paolo Berlusconi, fratello del presidente del Consiglio dei ministri”.


Nell’esposto all’Antitrust i capigruppo del centrosinistra alla Camera rilevavano che, “in base al nostro ordinamento, la posizione della questione di fiducia investe in via diretta ed immediata la responsabilità del presidente del Consiglio (‘dirige la politica generale del governo e ne è responsabile e, conseguentemente, ha il compito di mantenere l’unità di indirizzo politico ed amministrativo del governo’, come recita l’art. 95 della Costituzione), per cui la presenza o l’assenza del presidente del Consiglio alla deliberazione relativa alla posizione della questione di fiducia è del tutto ininfluente, ai fini della responsabilità diretta del presidente del Consiglio, perché si tratta di questione che non può essere deliberata senza il suo consenso e la sua autorizzazione”. “Ne consegue – precisava la nota – che, nel porre la questione di fiducia su un maxiemendamento che, tra l’altro, comprendeva norme di favore per suo fratello, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è incorso nel conflitto di interessi. Questo, infatti, si configura, sulla base dell’articolo 3 della legge 215/2004, anche quando l’atto governativo (nella specie la posizione della questione di fiducia) concede vantaggi ai ‘parenti entro il secondo grado’ ovvero a ‘imprese o società da essi controllate’”.


Luciano Violante, che rileva come fosse “fondata” la denuncia del gruppo Ds a Montecitorio, si augura “che il procedimento compia rapidamente il suo corso” e Pecoraro Scanio dei Verdi auspica che questo sia “l’ultimo episodio di una saga indecente”. Sulla stessa linea le dichiarazioni di Brutti e Passigli (Ds) e Zanella (Verdi) mentre per Butti (An) il governo andrebbe elogiato per i contributi ai decoder visto che “il digitale va applicato presto”. Non ha dubbi invece il sottosegretario alla presidenza del Consiglio e portavoce di Silvio Berlusconi, Paolo Bonaiuti: “Siamo sicuri che in quella sede sarà dimostrata tutta l’inesistenza del conflitto di interessi e tutta l’inconsistenza dell’addebito”.