Inflazione, guerra di cifre Istat-consumatori

ROMA – E’ ormai guerra aperta tra Istat e associazioni dei consumatori, con le seconde che contestano ferocemente i dati sull’inflazione forniti dall’Istituto centrale di statistica. Secondo i quali, a dicembre, l’aumento dei prezzi è stato addirittura inferiore al previsto: l’inflazione, nel mese dell’anno tradizionalmente più dedicato agli acquisti, è scesa – afferma l’Istat – al 2% dal 2,2% di novembre, con prezzi invariati su base mensile. Dati che hanno fatto esultare il governo, a causa di un contenimento dell’inflazione superiore a quanto preventivato (nella Relazione previsionale e programmatica l’esecutivo puntava su una media del 2,2%). Ma sindacati e commercianti restano scettici: i consumi, sottolineano, restano bassi, esattamente come avvenuto durante tutta un’annata da dimenticare.


Ancor più critica Intesaconsumatori, la quale sostiene che a dicembre i prezzi, su base annua, sono aumentati almeno del doppio rispetto a quanto calcolato dall’Istat. Secondo l’associazione gli aumenti sono stati almeno pari a 1.086 euro, una cifra “molto lontana dai 560 euro (il 2% di 28mila euro, pari alla spesa annua delle famiglie) denunciati dall’Istat”. A sostegno delle sue tesi, l’Intesa ricorda infatti che nel 2005 si sono registrati rincari di 31 euro per la luce, 106 euro per il gas, 155 euro per il riscaldamento, 14 euro per l’acqua, 18 euro per la nettezza urbana, 45 euro per le banche, 32 euro per l’Rc-auto, 290 euro per i carburanti, pari a una somma totale di 691 euro di aumento. Se a tutto ciò, aggiunge l’Intesa, si aggiunge la ricaduta che i costi dell’energia hanno sui prezzi dei beni di largo consumo pari a 190 euro per il trasporto e 205 euro per l’aumento dei costi di produzione, si arriva ad un totale di 1.086 euro. A questo elenco mancherebbe poi ancora una grande quantità di voci (affitti, sanità, tempo libero, cultura, alimentari). Sulla stessa linea la Lista consumatori, che ha così commentato i dati diffusi ieri dall’Istat: “Un’inflazione media così bassa nel 2005 è qualcosa di vicino a un sogno, e per questo palesemente irreale, soprattutto per i consumatori che ogni giorno vanno a fare la spesa. Il primo compito del nuovo governo


dovrà essere proprio una radicale riforma dell’Istat, finalizzata a migliorare le rilevazioni dei prezzi e dell’inflazione, per renderle più vicine alla realtà”.


A giustificare i dati ufficiali, l’Istat chiama in causa in particolare i prezzi sugli energetici, che in dicembre hanno sensibilmente rallentato la propria corsa. La benzina, che per mesi è stata il punto dolente per le spese delle famiglie italiane, ha così registrato un calo del 2,4%, anche se l’aumento annuo resta ancora consistente (+7,2%). A ogni modo, nell’analisi Istat il 2005 è dunque terminato meglio del previsto. Lo ha voluto sottolineare il viceministro alle Attività produttive Adolfo Urso, osservando che “il governo ha mantenuto la promessa di raffreddare il costo della vita e questo nonostante la zavorra della bolletta energetica”.