Strani amori

Il titolo di questo pezzo non è solo un riferimento alla famosa canzone di Laura Pausini (insignita in questi giorni di un “grammy”), ma è anche l’espressione adatta a segnalare le variopinte coalizioni che formano il centro destra ed il centro sinistra nell’aspra e rocambolesca campagna elettorale italiana, sempre povera nei contenuti, sempre ricca nell’invettive. Infarcita di problemi che riguardano più la campagna elettorale stessa che i problemi del paese reale, quello la cui economia soffre e dove l’ “impresa” turismo è scivolata al quinto posto nel mondo, (il primato spetta alla Francia).


 


Se da una parte la “Lega” rivendica un’autonomia che, secondo un suo portavoce, il ministro Maroni, intervistato in televisione da Giuliano Ferrara, le è propria in quanto movimento locale, collocato, quindi, al di là della “destra” e della “sinistra”  (perché la Lega è Padana prima di ogni altra cosa), e s’allinea con “Forza Italia”, “Alleanza nazionale” e l’Udc solo per motivi tattici, ovvero per conseguire attraverso riforme quell’indipendenza da Roma così tanto agognata (qualcosa che di certo Fini non gradisce), non da meno è “l’Unione” che con il nuovo schieramento della “Rosa nel pugno” vede i “Socialisti Liberali” di Boselli e i “Radicali di Pannella” e la Bonino associati all’Udeur di Mastella e, al contempo, alleati di Bertinotti che con la libertà di mercato e le privatizzazioni ha ben poco da spartire (questo per citare solo il caso piú lampante).


 


La cosa che più fa stranire di questi “amori” (diverte poco e confonde molto), è il fatto che, con il ritorno al sistema proporzionale, addirittura con le liste bloccate (i cittadini non possono esprimere preferenze per un candidato piuttosto che per un’altro nell’ambito del partito scelto. E’ quest’ultimo che decide. Poi si è soliti asserire che il popolo è sovrano, che ha lo scettro in mano, e così via dicendo…) ogni partito, pur identificandosi e facendo, per così dire, parte di uno schieramento, tira l’acqua al suo mulino per accumulare la maggior quantità di voti con i quali potere, in caso di vittoria, influenzare le decisioni del partito di maggioranza.


 


Atteggiamento che poi così strano non è, perché nemmeno d’amore si tratta, ma di “forzata coabitazione” dovuta alla riforma della legge elettorale compiuta dall’attuale governo Berlusconi. Infatti, per superare la soglia dello sbarramento del 4%, al di sotto del quale un partito scompare (ricordo che nelle passate elezioni politiche a sistema prevalentemente maggioritario la Lega prese il 3,9%), “ci si ama con fatua passione” (elettorale) che poi “metterà nei guai” la stabilità della maggioranza di uno dei due “poli” (verosimilmente più il centrosinistra che il centrodestra, visto il guazzabuglio di partiti che lo formano. Avrà Prodi il suo bel da fare per governare prima l’Unione e poi l’Italia, in caso di vittoria, che scontata non è, anche se dal suo canto la Lega minaccia di uscire dalla “Casa delle libertà” in caso di sconfitta nel Referendum sulla “Devolution”, la restituzione di svariati poteri agli enti locali).


 


L’unico cemento che sembra poter tenere salda la coalizione di centro sinistra é “l’odio” verso Berlusconi, che poi cosí strano non é, ma puó mettere nei guai un paese, laddove si porta avanti una campagna elettorale principalmente sullo spartiacque di una persona. Esente da questo male sembra essere Rutelli. Il massimo esponente della Margherita spera di attrarre i suoi elettori non in base alla delusione dei simpatizzanti di Berlusconi, ma perché questi si trovano d’accordo con le idee da lui proposte.


 


Aggiungo personalmente, che una campagna centrata in base alle idee esclude Berlusconi a priori, dotato certamente di molto carisma, come del resto lo stesso Chávez. Non invano i due, nella recente visita del Presidente Bolivariano a Roma, si sono dichiarati “amici”.


 


Comunque sia, “l’odio” verso Berlusconi ha le sue motivazioni. Emma Bonino a “Ballaró”, (trasmissione televisiva che puó essere vista su Rai International i martedí pomeriggio in diretta) ha spiegato il suo “strano amore” per il centro sinistra affermando che non “c’é niente di peggio che un secondo governo Berlusconi”. Quindi, tanto vale tentare la rischiosa avventura con Bertinotti come compagno (da non confondere con il “compagno Bertinotti”, mi raccomando).


 


Di questo bisogna dare atto a Berlusconi: la sua gestione é stata cosí sciagurata che perfino i radicali, liberali in economia tanto quanto (se non di piú) “Forza Italia”, preferiscono stare con chi detesta la libertá di mercato, ovvero Bertinotti, prima di cadere nelle “braccia del diavolo”, eloquente espressione con la quale Bossi ha riassunto la convivenza della Lega nel governo Berlusconi (sí, anche Bossi – una tantum – puó essere eloquente).


 


Insomma, per seguire la politica italiana, ritornata al sistema proporzionale, che non garantisce maggioranze schiaccianti, bensí, sopratutto al senato, molto precarie, quindi poco adatte a grandi riforme istituzionali (forse una strategia di un Berlusconi intimorito dai sondaggi che, dandolo in svantaggio, “sono di sinistra”. Tutto ció che non dá ragione a Berlusconi é comunista, se non addirittura sovversivo) bisogna avere molta pazienza.


 


Lascia sopratutto perplessi che si continui sulla via dei « poli », quando i partiti piú rappresentativi delle due « coabitazioni forzate » potrebbero dare vita ad un centro di moderati che non verrebbe spinto verso gli estremi, per esempio, gli spunti “no global” di Bertinotti e le smanie Padanie della Lega. I “poli” hanno senso in un sistema prevalentemente maggioritario, mentre il proporzionale riporta in vita i piccoli partiti (quelli che superano appena la soglia dello sbarramento).


 


All’Italia urgono governi che possano governare per risolvere i problema reali del paese, quelli della gente; problemi che per essere risolti hanno bisogno di molto tempo, quello stesso tempo che una sin troppo articolata politica sottrae al “governo dei cittadini”.


 


Perché la politica la si fa per i cittadini e non per sé stessa.


 


 


PS. “Mi dispiace devo andare via, ma sapevo che era una bugia, tanto tempo perso dietro a lui, che promette e poi non cambia mai, strani amori, mettono nei guai…”


 


(Estratto della canzone di Laura Pausini)