Di Brino, silenzio dei rapitori

CARACAS – Ancora nessuna novità sul sequestro della giovane Rosina Di Brino, sequestrata il 2 febbraio a Maracaibo da persone che la polizia avrebbe identificato come appartenenti alla malavita locale. Già a poche ore dal rapimento, il commissario José Sánchez Montiel, coordinatore del Comando Unificado Antisecuestro (CUA), riferiva alla stampa che tre dei sei sequestratori erano stati pienamente identificati grazie alle testimonianze raccolte sul posto. La ragazza, 21 anni, è stata portata via con la forza in tarda serata, quando si trovava nel negozio di proprietà della sorella. “Per adesso, quello con cui abbiamo a che fare è una privazione illegittima di libertà – ha dichiarato Sánchez Montiel. – Fino ad ora non è pervenuta alcuna richiesta di riscatto, non possiamo quindi parlare di sequestro. Tuttavia, le informazioni di cui disponiamo suggeriscono che gli uomini che hanno portato via la signorina Di Brino sono persone già coinvolte in altri delitti commessi nello stato Zulia e che nonostante i loro precedenti, per i quali sono stati arrestati e incarcerati, sono ora a piede libero per qualche beneficio processuale o per chissà quale altro motivo”.


Anche in questo caso, spiega il commissario Sánchez Montiel, i malviventi autori del sequestro apparterrebbero alla criminalità comune che, in questa zona, è legata ad attività illecite quali “sicariato” (omicidi su commissione), furto di automobili, racket, traffico illegale di medicinali.


Il sequestro di Rosina Di Brino, il terzo nello stato Zulia dall’inizio dell’anno, si è verificato quando la vittima si trovava nel vivaio Arboven S.A., situato nella avenida 29 del settore Amparo. Secondo quanto raccontato dai testimoni, sei uomini, tutti armati di armi da fuoco, sono entrati nel locale, minacciando i presenti di morte qualora avessero tentato di avvisare la polizia. Una volta individuata Rosina Di Brino, l’hanno presa per un braccio e l’hanno obbligata a salire su un’auto modello Volkswagen Vento, per poi allontanarsi a tutta velocità. L’auto è stata ritrovata qualche ora dopo nel parcheggio della facoltà d’umanistica dell’Università dello Zulia. Non è stata ancora ritrovata, invece, la Matriz rossa con cui i sei uomini, sempre secondo le testimonianze, sarebbero giunti sul luogo del delitto.