Ancora due sequestri nello Zulia

CARACAS – Altri due sequestri di persona nello stato dello Zulia, interessato negli ultimi tempi da una raffica di fatti di cronaca nera. Dall’inizio dell’anno, sono nove i rapimenti compiuti nella regione ai confini della Colombia; quattro di questi riguardano la comunità italiana, e in due casi – quelli di Rosina Di Brino, 22 anni, e di Mario Vassallo, 68 – si è arrivati all’uccisione del prigioniero. Gli altri due sequestrati, tuttora in mano dei malviventi, sono Salvador Ferrante, imprenditore 54enne, e Mario Lodato, 12 anni, figlio di genitori dalle modeste disponibilità economiche e rapito, con tutta probabilità, per errore, al posto del cugino. I nuovi ostaggi sono Jorge Irlandés, imprenditore agricolo venezuelano, e Luis Rigoberto Serrano Lillo, imprenditore 53enne di origini cilene, sposato e padre di una bambina di 10 anni. I rapitori di Irlandés si sono già fatti vivi, chiedendo – a quanto asserito da un familiare – una “forte somma” di denaro per il riscatto. Nessuna novità in merito agli italiani tuttora ostaggio della malavita venezolana – oltre ai due citati, ricordiamo Rocco Minicucci, rapito nello stato Apure; e poi Ornella Ferranti e Anita Capuozzo, scomparse sin dall’anno scorso in circostanze ancora da chiarire.


In merito al piccolo Lodato, si è venuti a sapere che il bambino in questo momento è malato di varicella, che avrebbe contratto dal fratellino di tre anni. E’ quanto scrive il quotidiano di Maracaibo “Panorama”, citando una “fonte” non meglio precisata. La stessa fonte ha rivelato che nell’ultimo contatto tra rapitori e famiglia, nel quale è stato chiesto un riscatto di 500 milioni di bolivares (circa 150 mila euro), i malviventi hanno detto di essere disposti ad aspettare anche due anni per incassare la somma voluta.


Sul caso Minicucci, abbiamo sentito Franco Paparella, nipote del rapito, residente in Italia. Paparella è in costante contatto con i suoi cugini, tornati in Venezuela per seguire le indagini sul rapimento del padre. Secondo quanto riferitoci, i rapitori di Minicucci ancora non si sono fatti vivi. Nei giorni scorsi dai familiari dell’imprenditore molisano si era lamentata un’assistenza carente da parte delle autorità italiane – Farnesina e ambasciata, – adesso il signor Paparella precisa che le cose sono cambiate, in meglio: nulla da ridire, garantisce, sull’impegno dei nostri funzionari.