MARACAY – L’assassinio di Filippo Sindoni, sequestrato lungo l’Avenida Las Delicias mentre tornava a casa a Maracay e rinvenuto cadavere nel settore Caña de Azúcar del Municipio Torres, nello Stato Lara, ha fatto tanto scalpore nella nostra Comunitá come se fosse stata questa a ricevere una pugnalata. Tutto il Venezuela, appena diffusasi la notizia che il noto industriale di origine italiana era stato sequestrato e poi assassinato ha vissuto momenti di profonda costernazione.
Venuto da Capo Orlando, in Sicilia, quando ancora non raggiungeva i 18 annui, aspirava a laurearsi ingegnere ma rincorse i sogni che portava nella sua valigia di emigrante e tenace e assistito da intelligente capacitá non tardava a realizzare un impero di diverse imprese a cui aggiunse poi la conquista d’un giornale (“El Aragueño”) e una emittente televisiva. Divenuto esponente della nostra Collettivitá a Maracay fondó e ne fu successivamente Presidente
Filippo Sindoni é cosí entrato nella storia del Venezuela.
Rinnoviamo con tanto affetto la solidarietá della famiglia della “Voce” alla famiglia del caro amico Filippo Sindoni ucciso dalla barbarie e chiediamo che non si offenda ancora una volta
E’ ora di stroncare l’industria dei sequestri che tanto dolore e lagrime ha portato in seno a troppe famiglie di nostri connazionali. E’ giunto il momento di prendere le misure drastiche che richiede l’occasione per evitare che vi siano altre vittime della barbarie e che si ripetino atti di brutalitá come quello che ha portato alla morte di Filippo Sindoni. E’ ora che i Governi d’Italia e del Venezuela prendano le i provvedimenti necessari affinché non si debbano piangere altre vittime della barbarie in seno alla nostra Collettivitá.