Onu, l’Italia “destinata” al Consiglio di Sicurezza

NEW YORK –E’ prevista per lunedì l’elezione dell’Italia nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni unite.  Entrerà così da gennaio a fare parte, per la sesta volta nella storia, dell’organo decisionale dell’Onu. E’ un’elezione che comporta onori, ma anche oneri; un riconoscimento ma anche una assunzione di responsabilità.


Il biennio 2006-2007 non sarà sicuramente tra i più tranquilli.  Dopo l’invasione dell’Iraq, senza il nulla osta esplicito del Consiglio di sicurezza, sono in molti a considerare prioritario il ristabilimento della legalità internazionale. Anche gli Stati Uniti concordano sulla necessità di  parlare in coro sulle grandi crisi del momento, dalla Corea del Nord all’Iran, dal Corno d’Africa al Darfur. La candidatura italiana nasce alla fine del 2003 in una Onu in profonda crisi, quando da più parti era considerato un ferro vecchio da buttare.  L’elezione coincide con un momento in cui il profilo internazionale dell’Italia è particolarmente alto, in virtù del suo attivismo che è stato il motore principale della missione Unifil in Libano, missione che ha avuto, oltre al merito di fermare la guerra e fare ripartire il processo di pace nella regione, anche quello di rilanciare le Nazioni unite e l’Europa come soggetto unitario della politica internazionale.


Anche il Venezuela cercherà di raggiungere un posto nel Consiglio di Sicurezza, da contendere al Guatemala. In questo caso l’elezione è più incerta; il Venezuela conta sull’appoggio di Russia, Cina e gli altri paesi mediorientali, il Guatemala su quello degli Stati Uniti.