Pd, saranno i cittadini a votare il segretario

Roma – “Voglio essere chiaro, si è fatto riferimento a me e al mio ruolo, ma penso che il Partito democratico debba avere un segretario forte. Non credo che il governo ne verrà indebolito”. E’ quanto sostiene Romano Prodi in uno dei passaggi chiave del suo intervento al ‘Comitato dei 45’ del Partito democratico. Sul tavolo della riunione, cui hanno preso parte i leader dell’Ulivo, in piazza Santi Apostoli, i nodi della leadership e le modalità di elezione dell’Assemblea costituente, prevista per il 14 ottobre.


Così, alla fine, Romano Prodi ha compiuto un passo indietro: il Partito democratico sarà guidato da un segretario eletto dai cittadini, dunque dotato di una propria autonomia politica dal capo del governo. A convincere il Professore, che fino all’ultimo si era battuto perchè – almeno nella prima fase del Pd – le due figure coincidessero, sono stati probabilmente i sondaggi che hanno indicato come l’opinione pubblica avrebbe potuto non capire un’impostazione cosi’ ”monarchica” del nuovo partito. Non a caso alla riunione del comitato promotore hanno preso parte anche due autorevoli esperti di sondaggi.


Del resto, Prodi era rimasto isolato dai suoi alleati nel ritenere che l’emergere di un vero e proprio segretario del Pd potesse indebolire l’esecutivo; secondo Francesco Rutelli e Piero Fassino è vero piuttosto il contrario: il Partito democratico ha un ruolo di progetto e di supporto, il governo uno di esecuzione e non è opportuno che segretario e presidente del Consiglio siano la stessa persona. La settimana scorsa molte critiche erano piovute da sinistra sul premier e leader del Pd, ritenuto responsabile della debacle alle amministrative.