Una proposta indecente

Stupore, sorpresa? No, forse, indignazione! Prima o poi doveva accadere. La proposta è di questi giorni. Ed è stata avanzata in Senato. Visto che il residente all’estero può essere eletto in Italia, perchè il residente in Italia non può essere eletto nelle circoscrizioni estere? La domanda sembra innocente, forse anche banale. Ma non lo è tanto, così come non lo è la proposta che ne segue: aprire le nostre circoscrizioni a chi non è residente oltre-confine.


Secondo il recente rapporto di “Migrantes”, gli italiani residenti all’estero sono 3,5 milioni. E’ una cifra già di per sè ragguardevole; ma diventa ancor più consistente se si pensa agli oriundi che superano i 60 milioni. É questa, non ci stancheremo mai di sottolinearlo, una ricchezza enorme della quale l’Italia non ha ancora preso coscienza. Una ricchezza che i nostri eletti cercano giorno dopo giorno di far conoscere nella Madrepatria. Un patrimonio che va curato e le cui problematiche vanno affrontate con coraggio e determinazione. Ad esempio, l’indigenza; il fenomeno naturale di invecchiamento dei nostri pionieri, in molti casi ancora piú triste perchè senza un’adeguata assistenza sociale; le aspirazioni dei nostri giovani.


Nulla è stato regalato a chi decise di cercare altrove quello che il proprio Paese non poteva offrire. Il voto all’estero e la presenza dei nostri eletti nel Parlamento italiano sono diritti ottenuti dopo anni di lotta; conquiste che vanno difese da chi insiste, perchè gli fa comodo, nello stereotipo dell’emigrante con la valigia di cartone. Di quella valigia siamo orgogliosi. E’ parte delle nostre origini, della nostra storia; ma è anche roba del passato. Le nostre collettività sono oggi ben altra cosa. E lo dimostrano quotidianamente con il loro lavoro, la loro laboriosità, le loro conquiste nell’ambito economico, culturale e sociale, i loro successi. E’ questo un aspetto che sfugge a chi, cieco alla nostra realtà, ci considera solo in quanto parte di un proprio progetto politico e personalista. Da qui, la proposta avanzata in Senato.


Ma che senso ha essere rappresentati in Parlamento da chi non conosce la nostra realtà? Che senso hanno le circoscrizioni all’estero se poi i nostri candidati sono residenti in Italia, lontani anni luce dai nostri problemi? Chi ci rappresenta deve avere una conoscenza diretta dei nostri bisogni concreti; bisogni assai diversi da circoscrizione a circoscrizione. Solo uno di noi può capire le necessità di chi vive l’Italia fuori d’Italia e lottare alacremente per difenderne i diritti. Il voto all’estero e la possibilità di eleggere i nostri veri rappresentanti sono ormai diritti irrinunciabili, ai quali non possiamo assolutamente abdicare.