E l’assegno sociale?

Un insulto alla dignità dei nostri pionieri? No. A differenza di quanto alcuni vorrebbero far credere, non è un’elemosina ma un atto di giustizia dovuto a coloro che, in passato, contribuirono con il frutto del proprio lavoro allo sviluppo dell’Italia e, oggi, rappresentano l’ala più sfortunata della nostra emigrazione.


Un luogo comune? Niente affatto. Se l’Italia oggi siede al tavolo del G8 e gli viene riconosciuto un ruolo importante nel contesto mondiale, lo si deve anche a coloro che, obbligati ad emigrare in cerca di quel benessere che in patria gli era negato, hanno continuato a spingere la locomotiva Italia con le loro rimesse.


Non tutti i connazionali che nell’immediato dopoguerra lasciarono l’Italia, lo sappiamo, hanno avuto fortuna. C’è anche chi, dopo una vita di sacrifici e di lavoro, si è ritrovato con un “pugno di mosche”; insomma, chi oggi ha bisogno della nostra solidarietà. Specialmente in questa parte del continente americano.


Se in Europa i cittadini si avvalgono di un sistema pensionistico ed assistenziale che, bene o male, funziona; in America latina questi strumenti non esistono o sono inoperanti. E’ quanto accade in Venezuela ma, stando alle preoccupazioni espresse dai Comites di altri paesi della regione, anche altrove. E’ questa la tragedia che vivono i nostri pionieri; quelli che ormai in età avanzata non hanno la possibilità di pagare un’assicurazione sanitaria privata o di far fronte alle spese per l’acquisto di medicine.


L’Assicurazione sanitaria e l’assegno sociale erano i due tasselli con i quali, assieme ad altre forme di soccorso ai connazionali meno fortunati, si pensava di costruire, almeno in Amèrica Latina, la struttura di sostegno assistenziale. Oggi, con gli interventi messi in atto dal Governo Berlusconi – leggasi tagli alle risorse degli italiani all’estero –quanto già edificato pare destinato a trasformarsi in un “castello di carte”.


L’assicurazione sanitaria e l’assegno sociale di appena 123 euro mensili sono provvedimenti alla portata dell’economia italiana. Ed anche così, in pericolo d’essere archiviati. Infatti, l’assicurazione sanitaria potrebbe non ricevere i fondi necessari per essere rinnovata, nonostante abbia rappresentato un salvagente importante per tanti nostri anziani. E l’assegno sociale, uno degli interventi più attesi, essere definitivamente abbandonato.


L’assegno sociale era stato fortemente voluto dall’On. Bafile, ch’era riuscita a sensibilizzare il viceministro Danieli e, assieme agli altri eletti all’estero, i colleghi del Parlamento. Questo strumento assistenziale aveva ricevuto il consenso di tutte le commissioni parlamentari competenti e si trovava, ormai, al “rush” finale. Ora, negli atti del nuovo governo non ce n’è traccia. E, non ve ne sarà se al lavoro che svolgono i nostri eletti all’estero non si aggiunge la sollecitazione e l’opera di sensibilizzazione delle nostre Comunità.


Il nostro associazionismo, che già tanto si prodiga a favore dell’area meno fortunata della Collettività, deve manifestare lo sdegno e far sentire la propria voce di protesta. I Comites ed i nostri rappresentanti del Cgie, dal canto loro, farsene portavoce. Solo così, forse, si riuscirà a scuotere un Governo che, in molteplici occasioni, ha mostrato poca sensibilità ed interesse verso gli italiani fuori d’Italia; e si potrà sconfiggere l’ala politica più reazionaria e xenofoba che, oggi purtroppo, determina tante decisioni del Parlamento.