In Spagna polizia razzista?


Segnaliamo ai lettori della Voce un “post” pubblicato sul sito del giornalista Rocco Cotroneo (http://americas.corriere.it/) in cui si torna su un fastidioso tema già assurto agli onori della cronaca: il durissimo trattamento che la polizia di frontiera spagnola riserverebbe ai cittadini sudamericani. A esporre i fatti – avvenuti al controllo passaporti dell’aeroporto di Madrid-Barajas – è Diego Corrado, avvocato di Milano nonché docente di diritto all’Università Bocconi.


 


L’episodio si è verificato il 30 giugno all’aeroporto di Madrid. Una ragazza brasiliana, Heloisa, decide di andare a trovare sua sorella, Laìs, che vive a Francoforte perché impiegata alla Nestlè. Laìs è una tecnica informatica altamente specializzata ben remunerata, coniugata con Diego, un libero professionista milanese. Heloisa con il figlio di 8 anni, Pedro, decide che trascorrerà 42 giorni in Europa, facendo base a casa di sua sorella. Compra biglietto di andata e di ritorno e parte con i soldi e i documenti necessari. Arriva a Madrid lunedì 30 giugno alle 7.30 di mattina dove ha la coincidenza per Francoforte alle 8.50. Arrivata a Madrid la rinchiudono per due ore in una stanza insieme al figlio. Le perquisiscono la borsa e buttano nella spazzatura il cibo che Heloisa aveva per sé e il bambino. La rinchiudono in una stanza con altre 50 persone e le servono il pranzo ma solo alle 16.00.
Alle 18.00 nuovo interrogatorio davanti a tre poliziotti. La separano dal bambino. Heloisa ha potuto avvisare Laìs solo alle 11.00, cioè 3 ore e mezza dopo essere atterrata a Madrid, prima infatti le avevano sequestrato il cellulare. Diego, appena ricevuta la notizia alle h. 12.02  invia un primo fax su carta intestata dello studio legale confermando la genuinitá dei documenti che Heloisa aveva con sé, un secondo alle 13.08 comunicando che sarebbe arrivato alle 19.20 a Madrid con 3500 € in contanti. Il fax è arrivato alle forze dell’ordine spagnole.


Diego è arrivato a Madrid alle 19.20. La polizia non gli ha consentito di vedere né tantomeno di parlare con Heloisa. E’ stato maltrattato, deriso e minacciato di arresto da parte delle forze di polizia spagnole per tutto il tempo di permanenza all’aeroporto. Heloisa e Pedro sono stati rispediti in Brasile con foglio di respingimento e Diego è dovuto tornare a Milano.