L’incomprensibile sequestro di un impiegato abbruzzese

VALENCIA – Dopo Barinas e Maracaibo, è la collettività italiana di Valencia a temere per la sorte di un connazionale. Lunedi sera, mentre si accingeva a chiudere l’officina di pezzi di ricambio che gestisce, Pasquale Alfonsi, un italo-venezolano di 48 anni è stato rapito da una banda di delinquenti. Nonostante l’esperto antisequestro – come riferito dalla Farnesina – sia in contatto con i familiari, sono ancora sconosciute le dinamiche dell’aggressione.
Alfonsi è originario di Camarda, inprovincia dell’Aquila, dove è nato nel 1961. A Valencia vive con la madre – vedova di un italiano emigrato in Venezuela all’età di 18 anni – e con due fratelli. La famiglia, terrorizzata, non rilascia ulteriori dichiarazioni temendo per la vita del loro caro. Incomprensibile agli occhi di tutta la collettività quest’ennesima aggressione.
“Sono una famiglia onesta e di umili origini” raccontano i concittadini di Alfonsi. Fonti vicine alla polizia confermano infatti che si sta lavorando su tre piste diverse. La prima è quella di un rapimento a fine di estorsione, ma, al momento di andare in stampa, non si hanno ancora notizie della richiesta di un riscatto.A Valencia è diventato, purtroppo, sempre più frequente il fenomeno del “Sequestro Express”, ipotesi al vaglio degli investigatori. Questo solitamente si risolve nell’arco di poche ore o qualche giorno. Altra pista valutata in queste ore dalla polizia è quella di “un tragico errore”, che si collega immediatamente alla terza possibilità ovvero quella di “una vendetta”. Entrambe infatti, fanno perno sulla constatazione delle “umili origini” dell’ abbruzzese. La collettività italiana resta, un’altra volta, con il fiato spezzato dalla paura.