Gelmini: tutti in piedi, entra il voto in condotta

ROMA – Il voto in condotta farà media con le altre materie. Lo ha detto la ministra dell’Istruzione, Università e Ricerca, Mariastella Gelmini, al Gt ragazzi in onda ieri pomeriggio. ”Il voto farà media – ha detto la ministra- perché sappiamo che l’aumento degli episodi di bullismo preoccupa molto genitori e insegnanti. Si torna a una scuola del rigore che fa del comportamento un elemento significativo per formare la personalità dei ragazzi”.
Lapidaria la ministra nel considerare il rigore come forma educativa, nei confronti poi di un fenomeno così complesso come quello della violenza a scuola.
Un’indagine condotta dalla Società italiana di pediatria afferma sul tema:
“Ci si chiede quanta responsabilità abbia la televisione nella formazione dei comportamenti adolescenziali e quanto invece conti la latitanza dei genitori e la società come si presenta agli occhi dei ragazzi”.
“Guardiamo – conclude il portavoce della Società Tucci – i nostri comportamenti sul lavoro, negli affetti, nei consumi. Guardiamo alla società che abbiamo creato dove tutto o è ‘estremo’ o ‘non è’. Dove non è ammesso perdere o, soltanto, essere secondi; dove è meglio essere furbi che onesti”. E qui appare chiaro che il voto in condotta possa arginare ben poco lo stato delle cose.
Inoltre in un mondo multietnico è possibile definire una condotta univoca per tutti? Negli anni ’70 non erano molti i figli di operai e dei quartieri-ghetto della città che frequentavano il liceo classico e di certo la loro preparazione alla vita sociale era decisamente diversa, più ricca dell’insegnamento della strada e più povera dell’insegnamento della agiatezza. Questo non vuol dire che i poveri erano più maleducati ma semplicemente che i valori e i comportamenti del loro quartiere non corrispondevano a quelle dei più fortunati. E che nella scuola dei figli degli avvoccati, notai e professori la loro “condotta”, intesa come comportamenti condivisi, risultava inevitabilmente “fuori luogo”.
Ci sono tanti bambini, per esempio gli ipercinetici, che hanno dei problemi nello stare seduti dietro al banco. Come verrà valutata la loro condotta?
La domanda che viene dopo è: quale dovrà essere l’atteggiamento dei professori? Dovranno portare giacca e cravatta? Si potranno avere i capelli lunghi o ci ritroveremo di fronte a massime educative del tipo:”L’ordine esterno è sintomo dell’ordine interno”? Secondo i nuovi valori multietnici, non si dovrebbe togliere il crocifisso dall’aula? Forse servirebbe a insegnare la condotta del rispetto reciproco, l’unica che è condivisa in tutte le religioni e ideologie.
Per incidere sulla condotta degli alunni, forse bisognerebbe mettere in discussione anche il curriculo scolastico. L’uniforme e la “condotta del rigore” possono davvero essere la soluzione?
Inoltre dopo la proposta del governo delle ‘classi speciali per stranieri’ abbiamo il dubbio che il troppo rigore confini gli “atteggiamenti diversi” in una nuova classe differenziata.
Negli anni ’20 con la divisa ed il libro si creò il motto: “Vanga, libro e moschetto: balilla perfetto”. Balilla appunto, non studente, non persona e sopratutto non adolescente