Maroni come don Rodrigo: dice ‘no ai matrimoni’ tra immigrati


Città del Vaticano – La legge sulla sicurezza voluta dal ministro degli Interni Roberto Maroni, sta impedendo a centinaia di migliaia di immigrati di innamorarsi e di mettere su una famiglia, su modello del manzoniano don Rodrigo e “in spregio a un diritto fondamentale della persona, sancito dalla Costituzione (agli articoli 29 e 30), dalle leggi dell’Unione, dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, dal quel diritto naturale e universale che muove il mondo e che è alla base del Vangelo: l’amore’’.


E’ quanto afferma il settimanale ‘Famiglia cristiana’ nel prossimo numero che sarà in edicola da domani, facendo il punto sui primi effetti della nuova disciplina sulla sicurezza e toccando il delicato nodo dei matrimoni misti.


Ma ‘Famiglia cristiana’ rivolge i propri strali anche alle altre proposte della Lega Nord, definite “bislacche’’ dal dialetto nelle scuole alle gabbie salariali, e sottolinea come questo avvenga di fronte alla “leadership appannata di Berlusconi e a una classe politica acquiescente’’.


In materia di sicurezza in particolare il settimanale dei paolini solleva nuovamente il problema del reato di clandestinità e le sue ricadute sulle condizioni di vita degli stranieri che vivono nel nostro Paese.


“L’onda della legge Maroni sulla sicurezza (che prevede il reato d’immigrazione clandestina) – scrive ‘Famiglia cristiana’ nel ‘Primo piano’ del numero in uscita – è arrivata a travolgere anche i matrimoni tra stranieri e i matrimoni misti (le nozze celebrate tra italiani e stranieri), quando lo straniero sia irregolarmente soggiornante. Ironia della sorte, entrata in vigore la legge, è toccato a Verona, la città di Giulietta e Romeo e dell’amore eterno, aprire le danze’’, facendo riferimento ai primi provvedimenti presi nella città veneta.


“Entrata in vigore la legge che sancisce il reato di clandestinità – afferma più avanti Famiglia Cristiana – l’escalation sembra non avere fine. Sfruttando la leadership appannata del premier, con una classe politica acquiescente, i leghisti sembrano insaziabili. Dimenticando i veri problemi del Paese, le proposte bislacche si susseguono al ritmo di una al giorno, dai presidi e professori autoctoni al dialetto a scuola (ideale per formare cittadini europei), alle gabbie salariali, ai giudici eletti dal popolo fino ai sottotitoli in dialetto delle fiction e al cambio dell’inno nazionale’’.


“Quanto alla legge sulla sicurezza – prosegue il testo – che per le nozze miste sembra scritta da don Rodrigo (ma chiedere a un politico leghista di leggere I promessi sposi del ‘gran lombardo’ Alessandro Manzoni è chiedere troppo), essa sarà probabilmente spazzata via da una sentenza della Consulta non appena qualcuno la impugnerà. Nel frattempo, la Lega avrà già conquistato le poltrone di governatore nelle Regioni del Nord alle amministrative’’.


“Che importa – conclude il settimanale – se si sarà rivelata una inutile grida? Al massimo qualche centinaio di migliaia di extracomunitari avranno dovuto rinunciare al loro sogno di sposarsi e metter su famiglia’’.