‘’Non ho organizzato festini e non vendo Villa Certosa’’


ROMA – Silvio Berlusconi, in un’intervista concessa ad Alfonso Signorini per ‘Chi’ nega l’intenzione di voler vendere Villa La Certosa (“Amo la Sardegna e sono molto affezionato a Villa Certosa dove mi sento come fuori dal tempo”) e smentisce le accuse del quotidiano della Cei “Avvenire” (“Non ho organizzato festini né intrattenuto relazioni con minorenni”).


Parlando di Villa La Certosa, il premier avverma che è un luogo a cui è legato per tanti ricordi personali.


– Per questo – precisa – non voglio alienarla. Intendo piuttosto difendere la mia privacy dalla sistematica violazione che ne hanno fatto pseudoreporter in palese violazione delle leggi in vigore. Il diritto alla riservatezza – rimarca il presidente del Consiglio – è una parte essenziale della libertà. Ridurre la libertà altrui è, in uno Stato di diritto, un reato grave. Non basta una multa a sanzionarlo, come fosse un divieto di sosta. E deve valere per tutti.


Berlusconi aggiunge che “non è accettabile che crescano le regole, che si moltiplichino le disposizioni e gli organismi a tutela della privacy e che contemporaneamente si possa invadere così facilmente la vita altrui’’.


E rispondendo a una domanda sulle critiche manifestate dal quotidiano della Cei, “Avvenire”, alla sua vita privata, il Cavaliere assicura:


– Sono anche loro caduti nel tranello delle calunnie contro di me, prendendo per vere notizie false. Non ho mai intrattenuto ‘relazioni’ con minorenni e non ho mai organizzato ‘festini’. Ho partecipato soltanto a cene certamente simpatiche, ma assolutamente ineccepibili sul piano della moralità e dell’eleganza. E non ho mai invitato consapevolmente a casa mia persone poco serie.


E sul rapporto con la moglie Veronica aggiunge: “


– E’ difficile prendere atto che dopo trent’anni molto è cambiato nella propria vita. Soprattutto quando si è vissuta una vera storia d’amore. Trent’anni non sono un giorno.


Quanto alle ultime sortite della Lega, il premier sottolinea che “l’Inno di Mameli ha accompagnato la nascita e il consolidamento Paese”. E aggiunge:


– Ma bisogna anche comprendere che le esternazioni di Umberto Bossi, a cui mi sento legato da un affetto fraterno, sono carezze per la sua gente e per il popolo della Lega. All’inno di Mameli – spiega ancora il capo del governo – sono legati momenti di gioia, di commozione, di celebrazione dello spirito nazionale. E poi sostituirlo sarebbe molto complicato. Infatti, trovare un accordo tra tutti su un nuovo inno sarebbe difficile. Indubbiamente ‘Va’ pensiero’ è un’aria bellissima, uno dei capolavori del genio assoluto di Giuseppe Verdi, ma si riferisce – ricorda il premier – alle vicende del popolo ebraico prigioniero in Babilonia.


Quindi il premier rimarca:


– Vorrei poter dare anche l’avvio a una stagione di riforme delle istituzioni, ma occorrerebbe un’opposizione con un più alto senso dello Stato. Infine cercheremo di ridurre le spese dello Stato per tagliare le imposte e per far sentire agli italiani di non vivere in uno Stato tiranno che opprime i cittadini, ma in uno Stato libero e amico.