Desaparecidos, ergastolo per il generale Rivero


BUENOS AIRES – Il generale Santiago Omar Riveros, comandante di uno dei centri di detenzione e tortura più famosi dell’Argentina, è stato condannato all’ergastolo. Cinque suoi sottoposti hanno ricevuto tra gli 8 e i 25 anni di carcere.


La pena è stata comminata per l’omicidio di un quindicenne membro del movimento giovanile del partito comunista, Floreal Avellaneda, torturato a morte, e per il sequestro della madre. La pena di 25 anni di carcere è stata inflitta a Fernando Verplaetsen, ex capo dell’intelligence di Rivero.


A oltre trent’anni dai crimini di Campo de Mayo, sede del maggior centro clandestino di detenzione e tortura dell’esercito durante l’ultima dittatura, il Tribunale federale numero uno di San Martin ha condannato Riveros e altri sei alti gradi militari “per la sistematicità e la larga scala dei delitti commessi”, ma ha rigettato l’imputazione per genocidio richiesta dal pubblico ministero e dalla Lega Argentina per i diritti dell’uomo.


Si tratta della prima condanna per il crimine di lesa umanità nel centro di Campo de Mayo, dove si stima siano passati più di cinquemila sequestrati. Il cadavare di Avellaneda, che mostrava segni di tortura, tra cui anche l’impalamento, comparve legato mani e piedi sulla costa urugayana nel maggio del 1976. Il giovane quindicenne fu sequestrato con la madre il 15 aprile dello stesso anno nella sua casa di Munro, durante un blitz della polizia finalizzato alla cattura del padre, omonimo. Madre e figlio furono torturati prima nel commissariato e poi a Campo de Mayo.


Dopo la sentenza – riporta il quotidiano argentino Pagina 12 – il padre di Avellaneda ha definito ‘fondamentale il fatto che tutti i responsabili siano stati condannati’. La madre, Iris Pereyra, ha descritto alla corte le torture subite: “Mi hanno applicato elettrodi alle ascelle, ai seni, alla bocca, ai genitali, e hanno fatto lo stesso con mio figlio”. Iris Pereyra fu rilasciata dopo tre anni.


Rivero era stato prima condannato nel 1985 e amnistiato nel 1989 dall’ex presidente argentino Menem. Nel 2007, la Corte Suprema argentina ha revocato l’amnistia, aprendo la strada al nuovo processo che l’ha condannato al carcere a vita.