Cinque eritrei soccorsi in mare, ma sono 75 i migranti morti


ROMA – Sono stati soccorsi ieri dalla Guardia di finanza a Lampedusa cinque eritrei che si trovavano allo stremo delle forze. Le autorità maltesi hanno poi recuperato in mare quattro cadaveri che verosimilmente potrebbero essere i corpi di altri migranti del gommone salvato in mare.


Gli eritrei erano su un gommone alla deriva lungo circa 12 metri. Gli immigrati, secondo quanto hanno riferito ai soccorritori, sarebbero rimasti in mare per diversi giorni dopo avere esaurito il carburante. Durante la traversata, 75 di loro sarebbero morti di stenti e i loro corpi abbandonati in mare. La Guardia di Finanza sta cercando riscontri a questo racconto che viene comunque ritenuto “compatibile” sia con lo stato di salute dei cinque superstiti, trovati in condizioni pietose, sia con la capienza dell’imbarcazione. Gommoni di questa grandezza sono stati infatti utilizzati in passato dal racket degli immigrati per trasportare anche una ottantina di persone.


Per preferire lo stremante viaggio in mare e forse la morte, sicuramente le condizioni di vita degli eritrei nella propria madre patria dovevano essere insopportabili. Altrimenti non si spiega perché avrebbero deciso di affrontare un tale rischio.


A Lampedusa, nel giro di poche ore sono stati tre gli sbarchi. Oltre infatti ai cinque eritrei superstiti, è stato intercettato un barcone con una quarantina di migranti dalle motovedette della Capitaneria di porto. Nel pomeriggio di ieri cinque tunisini, riusciti ad approdare a Cala Croce con una piccola barca in vetroresina, sono stati bloccati a terra dai carabinieri.