Maicon all’attacco della Champions

MILANO – Quando Pelè lo vide arrivare, su quel pezzo di campo che era il suo regno, toccò con morbidezza la palla nella sua direzione. Era libero, Carlos Alberto. Rosato cercò disperatamente di chiudergli lo spazio, ma la sua sventola di destro, al volo, non perdonò la difesa della Nazionale e nemmeno il sul portiere. A vedere attualmente Maicon, non possiamo farci sorprendere dalla sua straordinaria bravura ricordando i suoi antenati brasiliani di fascia destra. Djalma Santos vinceva il Mondiale col giovane Pelè nel ‘58, poi è toccato a Carlos Alberto nel ‘70, quindi a Cafu nel ‘94 e ora Maicon.

Sono stati, nelle loro epoche, i migliori terzini destri del mondo. Le risposte europee non hanno mai raggiunto il loro livello: Claudio Gentile, Berti Vogts, Beppe Bergomi, Lilian Thuram, a destra in Europa si difende, non si attacca. L’aspetto più incredibile è che oggi nella Seleçao giocano i due più forti rappresentanti della Terra, Maicon e Daniel Alves, prossimi avversari in Inter­Barcellona. Sono così forti che Dunga sta pensando di mettere Alves a sinistra, pur di farlo giocare. Gli europei contemporanei si chiamano Sergio Ramos, Ivanovic, Bosingwa, Sagna: ancora tutti dietro ai brasiliani.

Maicon ha segnato venerdì sera a Buffon un gol sicuramente bello, anzi, spettacolare, ma se sarà anche decisivo lo sapremo solo alla fine del campionato. E’ un giocatore sensazionale per la fusione della potenza con la tecnica, è come se avesse il motore di una Formula Uno sulla carrozzeria di una Jaguar. Parte dalla difesa con la forza di un martello pneumatico, arriva alle soglie dell’area di rigore, cambia attrezzo, prende il pennello e dà corpo, dà colore a idee che appartengono a un fantasista, non a un rude terzino destro. Dicono che ogni tanto salti qualche allenamento. L’ultima volta è arrivato in ritardo alla Pinetina, ma sia Mancini che Mourinho gli hanno sempre perdonato tutto, perchè poi in campo è una furia. Non per una partita, ma per una stagione intera. Quest’anno ha saltato in tutto quattro partite per squalifica, mai una per infortunio. Ha giocato sempre, anche negli ottavi di finale di Coppa Italia contro il Livorno, unica volta partendo dalla panchina (10 minuti). Più di lui in campo sono stati solo Zanetti e Julio Cesar.

E’ in una condizione strepitosa da un mese o poco più. Nelle ultime 9 partite, ha avuto una media voto: di 6,27. Segnando sei gol e servendo 5 assit. Sono le cifre di una mezz’ala, di un trequartista, forse anche di un attaccante esterno, non di un terzino destro. Anche per queste ragioni Mourinho sta pensando a Maicon come arma a sorpresa domani contro il Barça. A Firenze, in Coppa Italia, lo ha fatto giocare ala destra, con Cordoba alle sue spalle, in un originale (per l’Inter) 4­-1-4-1. La squadra avrebbe comunque l’ampiezza richiesta dal portoghese e al tempo stesso potrebbe garantirsi una maggiore protezione in difesa.

Maicon è stato uno dei grandi colpi di mercato di Moratti. E’ arrivato all’Inter (dal Monaco) a 26 anni per 6 milioni di euro; nel gennaio successivo il Milan ha preso Oddo (dalla Lazio) a 31 anni per 11 milioni. Venerdì, dopo la rete alla Juve, ha detto a tutto San Siro che lui rimane all’Inter. Ma il suo nome è già sulla lista di Florentino Perez e di Roman Abramovich. Si tratta da 30 milioni in su.