Un atto intimidatorio contro una cooperativa di Don Ciotti

REGGIO CALABRIA – Ignoti sono entrati in un capannone mettendolo a soqquadro, quindi hanno preso un furgone col quale sono passati sul fondo agricolo per poi parcheggiarlo davanti al capannone. Quello della notte scorsa è l’ennesima intimidazione ai danni della cooperativa. Il primo aprile scorso, i banditi avevano forzato il lucchetto della porta del capannone. La notte dell’8 marzo, era stata rubata a Polistena l’auto del vice presidente della cooperativa, abbandonata poi Rosarno ridotta ad una carcassa. Nel settembre 2009 era stata presa di mira la sede operativa dell’azienda, a Polistena, con il furto di tutte le motoseghe e i decespugliatori.


“Le intimidazioni contro la cooperativa – ha commentato don Luigi Ciotti, presidente di Libera – provocano disorientamento e fatica. Tuttavia, al di là delle loro intenzioni, questi continui gesti vili sono un buon segno. Sono la riprova del positivo che in Calabria stiamo cercando di costruire anche grazie alla preziosa opera di magistratura e forze dell’ordine, dell’associazionismo, del mondo cattolico e di molte amministrazioni attente. E’ un positivo che allarma e infastidisce chi vuole continuare a imporre le logiche della violenza e del profitto illecito. Un positivo che dovremo alimentare giorno per giorno con il contributo di tutti: cittadini e associazioni, istituzioni e chiese”.


“La lotta alle mafie e alle organizzazioni criminali – ha aggiunto don Ciotti – si snoda lungo un percorso tortuoso, spesso in salita, che richiede continuità, coerenza e strategie volte non solo a reprimere i fatti criminali ma a sradicare, attraverso proposte sociali e culturali concrete, la mentalità mafiosa che sta alla base di questi fatti. I tentativi di intimidazione non hanno fermato in passato né fermeranno la scelta, l’impegno, la determinazione di Libera e della sua rete nell’opera di restituzione alla collettività in Calabria come in tante altre parti del Paese, di quanto le mafie hanno sottratto con la violenza e la minaccia’’.