Napolitano ai magistrati “Ci vuole più autocritica”

“Occorre adoperarsi per recuperare l’apprezzamento e il sostegno dei cittadini. E a tal fine la magistratura non può sottrarsi ad una seria riflessione critica su se stessa, ma deve proporsi le necessarie autocorrezioni,
rifuggendo da visioni autoreferenziali”, perché “quella del magistrato è una funzione che esige equilibrio, serenità e sobrietà di comportamenti”, ma in questo momento c’è “il problema della crisi di fiducia
insorta nel Paese sia per il funzionamento insoddisfacente dell’amministrazione della giustizia, sia per
l’incrinarsi dell’immagine e del prestigio della magistratura”.

Così il Presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano, parlando ai 298 vincitori del concorso in magistratura ricevuti ieri mattina al Quirinale. Il
Capo dello Stato ha chiesto misura e rispetto reciproco tra politica e giustizia: “Deve prevalere in tutti il senso
della misura, del rispetto, e infine della comune responsabilità istituzionale”, “nella consapevolezza – ha proseguito – di essere chiamati a prestare un servizio efficiente e garantire un diritto fondamentale ai cittadini”.

Napolitano ha inoltre auspicato “l’apertura di una nuova pagina dopo una fase certamente travagliata”, in cui secondo il Presidente della Repubblica il vice presidente del Csm Nicola Mancino ha mostrato “equilibrio e spirito di servizio”, nel presiedere i lavori del Consiglio, “anche nelle situazioni più difficili”. Ai giovani magistrati che si avviano al tirocinio Napolitano ha lanciato un monito: “Fate attenzione a non cedere a esposizioni mediatiche o a sentirvi investiti, come ho detto più volte in questi anni, di missioni improprie e esorbitanti oppure ancora a indulgere ad atteggiamenti impropriamente protagonistici e personalistici che possono offuscare e mettere in discussione l’imparzialità dei singoli magistrati, dell’ufficio
giudiziario cui appartengono, della magistratura in generale”.

Il presidente ha poi sottolineato il suo apprezzamento per la risoluzione che domani sarà definita al plenum del Csm, nella quale “si prende atto
dell’oggettiva confusione dei ruoli che può tra l’altro discendere dalla circostanza che il magistrato si proponga
per incarichi politici nella sede in cui ha esercitato le sue funzioni”.

Un’ulteriore riprova dell’indipendenza e
dell’imparzialità della magistratura che però, ribadisce il presidente, non deve cedere a “chiusure corporative,
dissimulate insufficienze professionali, tollerati casi gravi di inerzia o cattiva conduzione degli uffici”. Infine, Napolitano ha esortato le nuove leve della magistratura a sentirsi fiere del proprio ruolo istituzionale:
“Le tensioni e le polemiche acuitesi nel corso degli anni non debbono condizionarvi, applicatevi al vostro compito con animo sgombro. E non vi manchi la fierezza di appartenere ad un mondo di servitori dello
Stato”.