Il sogno americano del mondo islamico

Il mercato che ha fatto grande l’America può far crescere anche i paesi islamici: gli Stati Uniti sono pronti a fare la loro parte investendo miliardi di dollari in tecnologia e formazione. Solo così si potrà battere la povertà
e creare opportunità di una vita dignitosa per tutti e un futuro di pace e stabilità.

Barack Obama parlando al summit che ha riunito a Washington oltre 250 imprenditori musulmani da oltre 50 paesi, propone la ricetta classica del “sogno americano” anche all’Islam. Ma lo fa con un atteggiamento di grande rispetto alle diversità culturali e religiose, da pari a pari, voltando radicalmente pagina rispetto alla passata amministrazione e la ‘guerra di civiltà’ tanto cara a George W. Bush. Vestendo i panni del leader mondiale, Obama ancora una volta sottolinea le affinità, piuttosto che le differenze: “Avete portato qui – osserva
Obama – le vostre tradizioni e le vostre grandi culture. Tuttavia se siamo assieme è perché condividiamo le stesse aspirazioni di una vita dignitosa per noi e le nostre famiglie e un futuro di pace e prosperità”.

Quindi il presidente degli Stati Uniti rinnova l’impegno assunto l’anno scorso nel suo storico discorso all’università del Cairo. Allora parlò di “nuovo inizio” nelle relazioni tra gli Stati Uniti e il mondo islamico. E oggi passa dalle parole ai fatti, dalle dichiarazioni di principio alle azioni concrete. Non basta la collaborazione
dei governi e degli eserciti contro il terrorismo, sottolinea Obama. “Ora è necessario ascoltarci l’un l’altro, nel reciproco rispetto, e condividere questioni che riguardano le nostre vite quotidiane”.

Per questo annuncia una partnership economica e finanziaria attraverso l’avvio di alcune importanti iniziative: si parte con un intenso programma di scambio tra imprese americane e quelle dei paesi musulmani. Grazie all’impegno della Casa Bianca, scende in campo l’elite di Silicon Valley. Al summit è presente anche il cofondatore di Yahoo! Jerry
Yang.

Il governo finanzierà infatti diversi seminari di esperti delle nuove tecnologie che porteranno il loro sapere dalla California ai paesi del Medio Oriente, in Turchia e nel sud est asiatico. Quindi l’istituzione di un fondo globale per la tecnologia e l’innovazione con sede proprio al Cairo, un progetto che si calcola
potrebbe attirare più di due miliardi di dollari in investimenti privati nella regione. Il ghiaccio s’è rotto e i confronto continuerà anche in futuro. La prossima edizione di questo summit inaugurato a Washington si terrà in Turchia, un paese chiave nelle relazioni tra Occidente e Islam.