Un po’ di Pepe verso il Sudafrica

“Mi sentirò vicino alla partenza per il Sudafrica solo quando avrò la certezza di andarci”. Simone Pepe mette le mani avanti, professa a ragione umiltà e attende la convocazione ufficiale nei 23 per il Mondiale ma sa che, grazie a questo suo finale di stagione, difficilmente Marcello Lippi farà a meno di un ‘tuttofare’ come lui.
“Le sensazioni sono positive – sottolinea l’esterno dell’Udinese al termine della due giorni di lavoro degli azzurri alla Borghesiana – Eravamo qui soprattutto per fare gruppo e ci siamo allenati bene, in grande armonia ed allegria. Se c’è scetticismo attorno a questa squadra c’è solo all’esterno, noi tutti abbiamo la convinzione di poter far bene in Sudafrica. Lippi ci ha detto le solite cose, rimarcando la necessità di avere quella convinzione e quell’impegno che la Nazionale ha sempre avuto e che sono alla base per affrontare come si deve un Mondiale. Perché l’Italia resta tra le squadre più forti”.

Sarà una Nazionale, assicura il
quasi 27enne di Albano Laziale, che avrà ancora cuore, grinta e qualità ma anche giocatori eclettici come lui, perché “chi vuole disputare un Mondiale deve poter giocare in più ruoli ed il mister mi fa provare sia a destra che a sinistra. Io vice Camoranesi? Lui è un giocatore di valore assoluto, un campione che può accendere la
spia e fare la differenza. Io vengo qui con umiltà per fare il massimo e dare il mio contributo: spero che
l’Italia, come nel 2006, possa essere la grande sorpresa. Il gruppo c’è, il singolo può far ben poco senza la squadra”.

Un posto per il viaggio in Sudafrica sarebbe la definitiva consacrazione per Pepe: “Giocare un Mondiale è una grande occasione per uno che non milita in una big del campionato. E io sono sicuro che l’Italia sarà protagonista, tra noi e Lippi c’è fiducia reciproca”. Sulla possibilità che Francesco Totti si aggreghi
all’ultimo alla comitiva l’ex giallorosso non si sbilancia: “Noi azzurri non ne parliamo. Lippi ha le sue scelte in testa, ha una grande personalità e se ne frega di tutte le chiacchiere”. Il jolly dell’Udinese dice poi la sua sul ‘caso’ Lazio- Inter: “Da tifoso romanista dico che un tifoso giallorosso non avrebbe mai potuto tifare contro
la propria squadra. Non ho visto la partita ma solo dei pezzi e da questi non mi è sembrata in campo una cosa così eclatante. Qui in Nazionale però dell’incontro non abbiamo parlato perché non c’erano né laziali né interisti”. Dopo tre anni con l’Udinese, Pepe è pronto per il grande salto: “Perché non sia finito alla Roma è uno dei misteri del calcio…”, dice sorridendo.

Il suo futuro non è ancora chiaro: “Non so se ci sarà un prosieguo del rapporto con l’Udinese dopo tre anni. In Friuli sto benissimo ma se chiamasse la Roma o
qualche altra squadra forte, valuteremo con il presidente Pozzo”.