Australia, gigantesca class action contro 12 banche

Fino a mezzo milione di persone prenderanno parte secondo le prime previsioni ad una class action contro 12 banche locali e straniere, per gli oneri addebitati per pagamenti tardivi o scoperti su conti bancari e carte di credito, per un totale pari a oltre 3,5 miliardi di euro negli ultimi sei anni.

L’azione è gestita dallo studio legale specializzato Financial Redress, che la finanzia in cambio di una quota dei risarcimenti ottenuti. La tesi è che gli oneri sono illegali perché costituiscono una penale piuttosto che un onere legittimo. Il direttore dello studio legale, Bernard Murphy, spiega che la causa si impernia sul diritto contrattuale e sul fatto che l’ammontare degli addebiti è superiore ai costi sostenuti per processare i pagamenti tardivi o gli assegni respinti. “Il diritto contrattuale stabilisce che se una delle parti contravviene ad un contratto, la vittima della violazione può addebitare solo una stima genuina dei danni subiti.

Nel caso di uno scoperto di conto, il costo non supera i due dollari, e le banche hanno addebitato somme fra 26 e 60 dollari (1 dollaro australiano = 0,70 euro).

La legge dice che se gli addebiti sono esorbitanti, ammontano ad una penale, il che è illegale”. Murphy aggiunge che la risposta del pubblico all’annuncio della class action è stato “travolgente”: più di 3000 registrazioni in poche ore sul sito web dello studio. L’organizzazione di difesa dei consumatori Choice, che da tempo conduce una campagna contro gli oneri bancari eccessivi, prevede che vi sarà un forte interesse del pubblico, e i suoi dirigenti si sono già registrati su base individuale.

Le quattro maggiori
banche australiane avevano previsto la minaccia di un’azione legale già lo scorso anno, e avevano cominciato a ridurre gli oneri sugli scoperti.