A Monaco trionfano le Red Bull, ottima prova delle Ferrari

MONTECARLO – Il Mondiale ha i colori delle Red Bull, la Ferrari è però pronta a inserirsi. E’ questo il responso del GP di Monaco, dominato da Mark Webber seguito dal compagno di squadra Sebastian Vettel. Una doppietta indiscutibile e meritata, anche perché l’unico neo delle qualifiche, il terzo posto di Vettel dietro a Kubica, è stato subito cancellato al via con una partenza sprint del tedesco che ha infilato il polacco, alla fine terzo al traguardo davanti alla rossa di Felipe Massa. Soprattutto è una doppietta che mette in testa alla classifica piloti proprio i due della Red Bull: Webber e Vettel comandano con 78 punti.

Ma lì vicino c’è subito Fernando Alonso, inizialmente settimo dietro a Schumacher (ma il tedesco lo ha passato in regime di Safety car all’ultimo giro e i commissari lo hanno penalizzato di 20 secondi retrocedendolo in 12esima posizione) e alla fine sesto, autore di una bella rimonta. Una gara difficile la sua, dopo l’errore nelle libere di sabato che lo ha costretto a scattare dalla corsia box. Ma è un risultato dai due volti: da un lato non fa altro che aumentare i rimpianti per l’errore commesso sabato, dall’altro conferma che la Ferrari è prontissima a dire la sua nel discorso iridato. Occorre certamente lavorare duro per ridurre il divario che ancora esiste, soprattutto in qualifica. Ma tenere corta la classifica è comunque un buon segnale.

Al via eccezionale start di Vettel che dalla terza posizione è riuscito a infilare Kubica mettendosi dietro al compagno di squadra Webber, autore di una partenza tranquilla dalla pole. Subito quarto Massa seguito da Hamilton. Dietro, invece, incidente nel tunnel con la Williams di Hulkenberg che va per la tangente e si schianta per fortuna con un angolo di impatto laterale: la monoposto del tedesco ha strisciato fino all’uscita e così è entrata la Safety car. Un segnale importante per la Ferrari perché Alonso, scattato dai box, ne ha approfittato per cambiare le gomme immediatamente e anticipare così la sosta di tutti gli altri. Nel frattempo anche Button si è ritirato per la rottura del motore.

Mentre i primi hanno mantenuto la posizione, dietro la curiosità era tutta per Alonso. Lo spagnolo ha dato il via alla sua rimonta passando non senza difficoltà ma con grande grinta Di Grassi, Trulli, Glock e Kovalainen. Una rimonta che non è passata inosservata davanti. Non appena si sono resi conto che lo spagnolo avrebbe potuto scavalcarli ai pit stop, è partita la serie delle soste. Lucidissima la McLaren, in particolare: Hamilton si è fermato al 18° giro e difatti è rientrato in pista proprio davanti allo spagnolo. Poi tutti gli altri: dei primi hanno pagato dazio Schumacher, Rosberg e Kobayashi. La loro attesa è costata la ripartenza dai box dietro ad Alonso.

Alonso si è così ritrovato dietro a Hamilton e il distacco dalle Red Bull e da Kubica è stato poi annullato al 34° giro quando Barrichello è andato in testacoda costringendo nuovamente la Safety car a uscire. In pratica è stato il momento che ha chiuso il GP per i primi. Poi all’ultimo giro, in regime di Safety car rientrante ai box, Schumacher ha inspiegabilmente sorpassato Alonso proprio nella chicane che immette sul rettilineo d’arrivo, manovra vietatissima a termini di regolamento perché avrebbe casomai potuto farlo dopo la linea del traguardo. I commissari hanno infatti penalizzato il tedesco di 20 secondi (la Mercedes ha comunque presentato appello). A punti così sono finite anche Rosberg, le due Force India di Sutil e Liuzzi e la Toro Rosso di Buemi. Prossimo appuntamento in Turchia tra due settimane.

LA POLEMICA


Ancora scintille tra Alonso e Schumi

MONTECARLO – A volte ritornano. Un duello antico e spesso velenoso, quello tra Fernando Alonso e Michael Schumacher, è risbocciato nello scenario giusto, Montecarlo: là dove l’ultima volta di Schumi a Monaco, 2006, prima del ritorno quest’anno, ci fu il pasticciaccio brutto alla Rascasse.

Il tedesco della Ferrari si girò apposta per impedire allo spagnolo della Renault di strappargli la pole position. Lo fecero di notte i giudici, spedendolo all’ultimo posto della griglia. Stavolta Schumi ha sorpassato Alonso in regime di safety car a 200 metri dal traguardo, scippandogli la sesta piazza. Anche stavolta i giudici hanno rimesso le cose a posto.

A volte i duelli, soprattutto se antichi e complicati come quello tra due grandi personalità come Alonso e Schumi, finiscono per oscurare il risultato sportivo. Chiunque avesse ragione, sono arrivati sesto e settimo. Eppure quella zampata dello squalo tedesco a una manciata di metri dal traguardo, quell’approfittare delle gomme finite della F10 dello spagnolo e di un’ardita interpretazione dell’art.40.13 del regolamento sportivo (che dice testualmente: ‘Se la corsa finisce in regime di safety car, essa entrera’ nella pitlane alla fine dell’ultimo giro e le macchine riceveranno normalmente la bandiera a scacchi senza sorpassaré), finiscono per relegare in secondo piano la splendida doppietta della Red Bull e la prestazione della Renault che qualche mese fa non si sapeva nemmeno se avrebbe fatto il mondiale. Oscura Webber, Vettel, Kubica, Massa, Hamilton. Altri grandi campioni, dopo una grande gara. E no. Si parla del Kaiser, si discute di Magic. I due più forti piloti dell’ultima parte della storia della F1. E si parla delle loro ruggini. Si parla del peso ‘politico’ del sette volte campione del mondo, nel mondo di Ecclestone e di Todt, e del non ancora pari carisma ‘giuridico’ di Alonso.

Nel 2006 la decisione dei giudici venne 30 minuti dopo la mezzanotte: ma lì si doveva valutare se la manovra di Schumacher fosse stata dolosa o meno. L’art.40.13 appare, a occhio, molto più facile da interpretare. “Via radio mi avevano detto che avevo via libera, dunque potevo tentare di sorpassare Alonso”, ha detto Schumi prima di andare dai commissari. E all’uscita: “Sono sereno, ho dato la mia versione”. La direzione di gara aveva dato il semaforo verde, e la scritta ‘Track clear’, pista libera. Non si doveva, secondo il team. E l’errore giustifica almeno la buona fede del pilota. “Sono tranquillo, il team mi ha detto che Schumacher non poteva superare in quella parte, peggio per Michael perché lo penalizzeranno.

La safety car all’ultimo giro esce nella pit lane per fare un arrivo secondo le regole dello spettacolo, ma non si può superare”, aveva previsto subito dopo la gara Alonso. “Avevamo controllato coi commissari, in quel regime non si può superare”, era la frase perentoria di Stefano Domenicali. Alle 18.35 il verdetto: Schumacher ha violato la norma e dunque viene penalizzato con un passaggio virtuale ai box da 20 secondi. Da sesto (o settimo) che era, si ritrova dodicesimo, dietro due Toro Rosso, regalando un punto a Buemi e alla scuderia faentina, perdendone sei. La scuderia e Schumi non ci stanno. Pur essendo il drive trough una decisione inappellabile, lo dice la stessa Fia, scelgono di fare ricorso alla corte d’appello federale. Che dovrebbe dichiararlo irricevibile. Intanto il risultato non cambia. “Ora dobbiamo riprendere le Red Bull – dice Alonso – non credo che lo faremo prima di un paio di gare. Ma partire ultimo e arrivare sesto dà morale. Merito di una strategia geniale e aggressiva: cambiare gomme o al primo o all’ultimo giro, e farne 77 con le gomme dure. Azzardato, ne avevamo fatti mai più di 12 nel week end, ma Domenicali ha avuto ragione: io ho fatto sei sorpassi, la sua scelta me ne ha fatti superare altri 12”.

“Abbiamo scelto prima della safety car – ammette Domenicali – sapevamo di poter contare sulle gomme”. “Ma in questo ci hanno aiutato i quattro ingressi della safety car. Fondamentali per farle riposare”, aggiunge Alonso, che chiosa: “Alla fine vince il più forte. Se non saremo noi vorrà dire che altri sono stati più bravi, non che non abbiamo dato il massimo”. Massa è laconico: “Partire quarto su questa pista dove non si superano macchine che hanno il tuo passo e arrivare quarto è un buon risultato. Non potevo fare di più. Ora arriva la Turchia una delle mie piste preferite. Bisogna prepararsi al meglio”. Il passo di Montecarlo era a livello.

LE CLASSIFICHE


Webber in vetta al campionato

MONTECARLO – L’ordine d’arrivo del Gran Premio di Monaco, sesta prova del campionato del mondo di Formula 1 (Schumacher penalizzato di 20” per aver sorpassato Alonso in regime di safety-car).
1.Mark Webber (AUS/Red Bull-Renault), 2. Sebastian Vettel (Ger/Red Bull-Renault), 3. Robert Kubica (Pol/Renault), 4. Felipe Massa (Bra/Ferrari), 5. Lewis Hamilton (Ing/McLaren-Mercedes), 6. Fernando Alonso (Spa/Ferrari), 7. Nico Rosberg (Ger/Mercedes), 8. Adrian Sutil (Ger/Force India-Mercedes), 9. Vitantonio Liuzzi (Ita/Force India-Mercedes), 10. Sébastien Buemi (Svi/Toro Rosso-Ferrari)
Classifica Mondiale piloti: 1. Mark Webber (Aus) 78 punti, 2. Sebastian Vettel (Ger) 78, 3. Fernando Alonso (Spa) 75, 4. Jenson Button (Ing) 70, 5. Felipe Massa (Bra) 61, 6. Robert Kubica (Pol) 59, 7. Lewis Hamilton (Ing) 59, 8. Nico Rosberg (Ger) 56, 9. Michael Schumacher (Ger) 22, 10. Adrian Sutil (Ger) 20, 11. Vitantonio Liuzzi (Ita) 10, 12. Rubens Barrichello (Bra) 7, 13. Vitaly Petrov (Rus) 6, 14. Jaime Alguersuari (Spa) 3, 15. Sébastien Buemi (Svi) 1, 16. Nico Hülkenberg (Ger) 1.
Classifica costruttori: 1. Red Bull 156 punti, 2. Ferrari 136, 3. McLaren 129, 4. Mercedes GP 78, 5. Renault 65, 6. Force India 30, 7. Williams F1 8, 8. Toro Rosso 4.