Letta: «Sacrifici duri» Bersani: «È un pasticcio»

ROMA – La manovra correttiva, da almeno 24 miliardi di euro nel prossimo biennio, oggi arriva sul tavolo del Consiglio dei ministri. E nessuno, compreso Gianni Letta, nasconde che si tratti di un intervento ‘’duro, con sacrifici pesanti’’. Che d’altro canto sia una strada obbligata lo dimostrano le dichiarazioni stesse del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dall’America.


– In tutta Europa occorre ridurre il debito pubblico – dice -, e per farlo occorrono sacrifici distribuiti con equità tra i cittadini.

Certo, aggiunge, sarebbe importante che la maggioranza prendesse decisioni ‘’responsabilmente’’ e le opposizioni le ‘’condividesse’’. E ‘equa e impegnativa’ sono anche le parole d’ordine con cui lo stato maggiore del Pdl la descrive dopo aver ascoltato, per più di due ore, Giulio Tremonti davanti alla Consulta economica del partito.

Da via dell’umiltà, nonostante i malumori dei giorni scorsi per i tagli che si profilano all’orizzonte, arriva dunque un sostanziale via libera all’operazione messa a punto dal Tesoro ma non senza la richiesta di rivedere alcuni capitoli: la sforbiciata agli stipendi dei manager pubblici, il taglio dei rimborsi ai ripartiti, le risorse per Roma capitale e le misure per rafforzare la tracciabilità dei pagamenti sono i quattro temi sui quali la discussione è ancora aperta e che dovranno trovare una sintesi oggi in Consiglio dei ministri.

E così sul testo della finanziaria elaborata da Giulio Tremonti Silvio Berlusconi è pronto a mettere la faccia soprattutto dopo i “miglioramenti” chiesti o forse imposti al ministro dell’Economia dal Pdl. Lo farà a suo modo, a partire dall’incontro con le parti sociali ed enti locali in programma questa mattina, rivendicando gli aspetti positivi (in primis non aver aumentato le tasse) e giustificandosi con la necessità di un provvedimento imposto dall’Unione europea e dai mercati.

Ciò che è certo, assicura il portavoce del premier e sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti è che ‘’non ci saranno quindi nuove tasse’’. Si parte dall’assunto, spiega Bonaiuti, che ‘’in un periodo di riduzione generale delle spese è giusto che chi guadagna di più dia un segnale equo al Paese’’. Ma si evitano, come aveva assicurato anche il premier Berlusconi nel fine settimana, interventi di ‘’macelleria sociale’’.

Eppure la manovra di Tremonti non convince l’opposizione. Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani la definisce ‘’un pasticcio’’ che ‘’non ha nulla di strutturale e che, quindi, non ci metterà al sicuro in termini di finanza pubblica’’. Peggio delle ‘’peggiori previsioni’’, commenta il deputato del Pd Francesco Boccia.

– Eravamo coscienti – conclude l’ex ministro del Welfare Cesare Damiano – che si sarebbe trattato di una manovra dura ma qui siamo di fronte ad un vero e proprio macello.