Confindustria, Berlusconi alla Marcegaglia: «Vieni a fare il ministro». La platea gela il premier

ROMA – «La lenta crescita è per noi la vera emergenza nazionale». Lo dice la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, secondo la quale «se la maggioranza dovesse ridursi, per litigi e divisioni, all’impotenza allora non potrà esserci maggior crescita. E si chiuderebbe nell’insuccesso la lunga promessa della politica del fare».


Il bilancio della crisi, avverte Marcegaglia, è «pesantissimo»: rispetto ai picchi del primo trimestre 2008 «abbiamo perso quasi sette punti di Pil e oltre 700 mila posti di lavoro. Il ricorso alla cassa integrazione guadagni è aumentato di sei volte». Non solo, «la produzione industriale é crollata del 25%, tornando ai livelli di fine 1985: 100 trimestri bruciati».


La leader della Confinbdustriua, poi, sottolinea che alla criminilità sono arrivate «minacce gravissime che testimoniano quanto sia vero il nostro impegno contro l’illegalita».


– Noi non ci faremo intimidire – ha quindi detto fin riferimento chiaro alle minacce ricevute dal procuratore di Caltanissetta, Sergio Lari, dal presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello, ed Antonello Montante, presidente della Camera di Commercio di Caltanissetta e delegato in Confindustria sul fronte della sicurezza.


Mercegaglia quindi promuove la manovra economica al sottolineare che «contiene misure che Confindustria chiede da tempo».


– Perciò – prosegue – diamo pieno sostegno alla linea di rigore del ministro dell’Economia. Mancano però interventi strutturali per incidere sui meccanismi di formazione della spesa pubblica e servono riforme per rilanciare lo sviluppo.


Commenta che le misure di rigore della manovra economica «non vanno indebolite in Parlamento, vanno rafforzate».


– Come vedreste la Marcegaglia di fianco al presidente del Consiglio per dargli una mano? Votate per Emma al ministero delle attività produttive – Così il premier Silvio Berlusconi si è rivolto alla platea di Confindustria ricordando di avere già proposto a Marcegaglia di aiutarlo prendendo l’incarico di ministro delle attività produttive -. Ho bisogno di essere aiutato per ridurre il perimetro dello Stato e la spesa è difficile.


Ma dalla sala non si alza nessuna mano. E’ il silenzio. La proposta viene accompaganta dal gelo. Cos’, dopo un attimo di esitazione e di imbarazzo, il premier ribatte:


– Allora non potete prendervela più con il governo. Noi siamo dei poveracci e abbiamo ereditato una situazione di decenni precedenti, governi che dall’80 al ’92 hanno moltiplicato il debito pubblico’.


 


Quanto alla situazione nel Pdl, Berlusconi assicura che c’è una maggioranza coesa.


– C’è qui Fini – rassicura -. Vi garantiamo che nei voti alla Camera la maggioranza sarà coesa e unita.


Il premier chiede poi il sostegno degli industriali. Dopo la manovra «possiamo fare di più e mi piacerebbe che anche voi ci deste una mano».


– Conoscete l’indirizzo di Palazzo Chigi – ha aggiunto – chi volesse darsi disponibile a contribuire all’operato del Governo sappia che ci siamo: il Governo ha tante idee su come utilizzare le capacità degli imprenditori e nessuno resterà deluso. Avanti tutta ce la faremo anche questa volta.


Durante il suo discorso alla platea di Confindustria non èe mancata la battuta sulla leader degli imprenditori


– Emma non sembri così vecchia… – scherza Silvio Berlusconi. Ed anche se il riferimento è al fatto che l’appuntamento di ieri celebrava il centenario di Confindustria, l’apprezzamento è stato considerato dalla maggioranza degli industriali di cattivo gusto e fuori luogo.


Il premier ha concluso il suo intervento sottolineando:


– Senza ottimismo e fiducia non andremmo da nessuna parte.