Fiat, aut aut di Marchionne: «Accordo su Pomigliano o sposteremo la produzione»

Torino – «I tempi stanno diventando stretti. Spero che si possa giungere ad una rapina conclusione perché presto sarà impossibile accettare ulteriori ritardi». L’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, non usa mezzi termini commentando l’incontro con i sindacati sul futuro dello stabilimento di Pomigliano.


Sottolineando che «il protrarsi della trattativa con i sindacati ha già provocato lo slittamento degli investimenti necessari per l’avvio della produzione», Marchionne osserva che «in assenza di un accordo che offra adeguate garanzie potrebbe diventare inevitabile riconsiderare il progetto e prendere in considerazione ipotesi alternative per la produzione della futura Panda».


Diverso il giudizio dei sindacati che si aspettano un’intesa intorno all’11 giugno. Nell’incontro svoltosi oggi a Torino «si sono fatti importanti passi avanti circa la definizione delle nuove turnistiche, dei riposi compensativi, della gestione delle pause e delle verifiche organizzative», dice Bruno Vitali, segretario nazionale Fim che aggiunge:


– Rimangono ancora aperte questioni legate agli straordinari, al sistema delle relazioni sindacali, alle cosiddette clausole di esigibilità degli accordi.


«Incontro positivo» anche per Eros Panicali, segretario nazionale della Uilm che sintetizza:


– Riteniamo che dal prossimo appuntamento con i vertici della casa torinese si possa andare verso una stretta finale, e quindi all’intesa, che dia il via all’investimento di 700 milioni per lo stabilimento di Pomigliano per la produzione della nuova Panda.


Sulla stessa linea la Fismic che ha dato parere sostanzialmente positivo allo svolgimento del lavoro su 18 turni settimanali, ad un aumento dello straordinario obbligatorio, ed ad una modifica dell’organizzazione del lavoro che comporti anche il passaggio delle pause dei lavoratori da 40 a 30 minuti


Alla riunione di oggi mancava la Fiom che l’azienda incontrerà il prossimo 4 giugno a Torino.


«La Fiat – si legge in una nota – ritiene necessario che il piano venga definito con le organizzazioni sindacali che dovranno assumersi la responsabilità di garantirne la successiva realizzazione, assicurando il funzionamento degli strumenti che congiuntamente verranno adottati. La sopravvivenza e il rilancio dello stabilimento – prosegue – dipenderanno dal livello di competitività che saprà raggiungere e mantenere nel tempo in termini di costi, qualità e rapidità di risposta al mercato». sottolineando, poi, che le nuove proposte «sono quelle minime per poter giocare un ruolo non marginale nella competizione internazionale», il Lingotto rileva che il gruppo «non può rischiare il lancio di una vettura fondamentale come la Panda producendola in un impianto non competitivo. Bisogna che tutti abbiamo il coraggio di operare un profondo cambiamento che superi gli schemi e i comportamenti del passato, incompatibili con le sfie future – conclude la nota – per assicurare il futuro di Pomigliano e di tutta la struttura produttiva in Italia occorre rendere gli impianti più efficienti e più competitivi.