Pedofilia, Bagnasco: «Anche in Italia possibili coperture»

CITTA’ DEL VATICANO – Esiste ”la possibilità” che anche in Italia preti pedofili abbiano goduto della copertura dei vescovi, come accaduto in altri paesi: lo ha ammesso il presidente dell’episcopato italiano, card. Angelo Bagnasco, rispondendo alle domande dei giornalisti, in una conferenza stampa a conclusione della 61/esima assemblea generale della Cei in Vaticano.


– C’è una possibilità – ha detto – tuttavia, qualora ciò fosse accertato il giudizio della Chiesa è noto: è una cosa di per sè sbagliata e da superare. La pedofilia è un peccato terrificante e un reato.


Il cardinale ha aggiunto che non è tuttavia in grado, per il momento, di fornire ulteriori dettagli sui procedimenti canonici aperti, negli ultimi dieci anni, nei confronti di un centinaio di preti sospettati di abusi su minori (su oltre 40 mila in servizio in Italia).


– Daremo le informazioni – ha promesso – via via che ci perverranno. Personalmente, come arcivescovo di Genova – ha raccontato – non ho dovuto avviare inchieste: fino ad oggi non mi risulta nessun caso nella diocesi . E speriamo – ha proseguito – di andare avanti così. Quando ero vescovo a Pesaro, invece – ha riferito – c’è stata una situazione che ho dovuto verificare: era una voce, un ‘rumor’; abbiamo visto che non aveva fondamento ed anche la Congregazione per la Dottrina della Fede, a cui avevo riferito, decise di non procedere.


Nel sottolineare che ”il bene vero delle singole vittime” deve essere il criterio-guida ”per gli interventi e i provvedimenti necessari”, Bagnasco ha precisato che la Cei ”non ritiene necessario nè opportuno” in questo momento attuare particolari iniziative a livello nazionale, ”nè tantomeno documenti”. Non saranno creati,ad esempio, referenti diocesani ‘ad hoc’:


– Le vittime – ha indicato – potranno rivolgersi direttamente ai vescovi, che sono i referenti naturali della diocesi. Di fatto, ogni vescovo nella sua diocesi interverrà facendo riferimento alle linee guida della Congregazione per la dottrina della fede, che sono il testo più aggiornato, autorevole ed esplicito esistente oggi.


Non sarà difficile per le vittime di abusi contattare direttamente il proprio vescovo? Si è chiesto qualcuno, pensando anche ad una diocesi grande, come può essere Genova.


– Sarò sempre a disposizione per ascoltare chi ha subito violenze – ha assicurato il cardinale.


Quando una persona si rivolge al proprio vescovo per denunciare di aver subito degli abusi da parte di un prete, ”la si riceve immediatamente, di giorno o di notte”, ha detto.’


– Non credo che un vescovo sia inaccessibile. Io ricevo lettere personali e riservate, scritte anche a stampatello su una pagina di quaderno su varie questioni delicate. Molti prendono, scrivono e presentano un problema – ha spiegato -. Nel caso di denunce d’abuso sessuale – ha proseguito – si tratta di situazioni così gravi che richiedono una risposta immediata.


Sarà il vescovo a decidere il modo di affrontare gli scandali: nessun modello, come certe iniziative tedesche, austriache o statunitensi, è automaticamente trasferibile in altre realtà, ha sintetizzato il porporato. In conferenza stampa, insieme al tema della pedofilia, sono tornati gli argomenti della prolusione e dell’Assemblea: il cardinale ha ribadito che occorre un particolare sostegno alle famiglie e alle piccole e medie imprese, a cui ”non arrivano sufficienti aiuti”, specie in questo momento di grave crisi economica.


– Quanto al federalismo – ha nuovamente ammonito Bagnasco – esso è destinato al fallimento, se non è ancorato ai valori ”irrinunciabili” dell’unità nazionale e della solidarietà