Esperti Usa: «Impossibile prevedere il sisma dell’Aquila»

WASHINGTON – Al livello attuale delle conoscenze scientifiche non è possibile prevedere i terremoti a breve termine – afferma il prof. Ross Stein, geofisico del famoso US Geological Survey, basato in California -. Al nostro istituto abbiamo investito una valanga di denaro verso questo traguardo, pensando soprattutto ai problemi della California. Abbiamo controllato centinaia di tecniche messe a punto nel mondo scientifico ma purtroppo non siamo ancora riusciti a trovare la strada giusta – afferma lo studioso.


– E’ ancora impossibile fare una previsione scientifica accurata anche sulla base di sequenze iniziali – conferma l’esperto greco Kyriazis Pitlakis -. E’ infatti impossibile avere stime esatte in anticipo sul luogo, sul tempo e sulla forza del terremoto, i tre parametri chiave per una valutazione esatta del grado di rischio.
Il prof. svizzero Domenico Giardini, un altro partecipante al convegno, afferma:


– Il pericolo è quello di produrre una serie infinita di falsi allarmi. Nel caso specifico di l’Aquila non esistevano assolutamente gli elementi di fatto per ordinare una evacuazione della città. Solo in Cina, negli anni ‘70, una evacuazione in massa ha avuto successo nel prevenire una catastrofe. Ma si tratta di un caso veramente isolato e mai più ripetuto.


Lo studioso americano Tom Jordan, direttore del Centro Terremoti della Università della California Meridionale, ha presieduto la commissione internazionale formata dalla Protezione Civile dopo il terremoto in Abruzzo.


– Non esiste un metodo scientifico credibile per fare previsioni realistiche sui terremoti – afferma. Quanto alle previsioni che sul sisma abruzzese fece Gianpaolo Giuliani sulla base della misurazione della presenza di radon, Jordan le declassa a ‘’falsi allarmi’’, basati su un metodo non affidabile.


– Le sue predizioni – ha detto lo studioso americano – poggiavano su tecniche che non avevano alcuna credibilità scientifica e che inoltre avevano già provocato due falsi allarmi.


In generale, fa notare Jordan, ‘’quando c’è un’attività sismica simile a quella verificatasi a L’Aquila prima del 6 aprile 2009, le probabilità di un terremoto più potente cresce nel breve termine. Nel caso dell’Aquila, prendendo come arco temporale una settimana, questa probabilità di breve termine oscillava tra l’1% e il 3%. Probabilità troppo basse per avviare un’evacuazione di massa della popolazione, perchè i costi legati ai falsi allarmi sono troppo alti.