Con un occhio “Oltre il confine” parte il progetto contro la tratta

L a tratta di esseri umani, una forma di schiavitù che alimenta prostituzione, ma anche lavoro forzato, accattonaggio, prelievo di organi, è un problema complesso che va affrontato in un’ottica transnazionale,
coinvolgendo tutti i soggetti attivi sul campo: Unione europea, governi nazionali, enti locali, forze
dell’ordine, privato sociale.

Il progetto “Oltre il confine”, a cui aderisce la Provincia autonoma di Trento, è stato presentato ieri in Regione, a una platea composta anche di operatori del sociale della Romania, uno dei paesi europeipiù colpiti dal fenomeno: secondo le stime il gruppo rumeno costituisce infatti il secondo per consistenza quantitativa delle vittime di tratta registrato in Italia. L’iniziativa si colloca all’interno di
un protocollo di cooperazione tra il ministero del Lavoro, famiglia e pari opportunità della Romania, il ministero del Lavoro, della salute e politiche sociali italiano, il dipartimento dei Diritti e le pari
opportunità del Consiglio dei ministri e dieci regioni italiane, fra cui il Trentino, ed è cofinanziata dal Fondo sociale europeo.

I lavori si sono aperti con i saluti dell’assessore provinciale alla solidarietà internazionale e convivenza Lia Giovanazzi Beltrami. Durante il seminario sono state illustrate le iniziative attuate in Trentino per assicurare alle vittime della tratta un percorso di fuoriuscita dalla schiavitù, di protezione, assistenza e reinserimento sociale, in base al protocollod’intesa siglato nell’ottobre 2008 da Provincia, Comuni di Trento e Rovereto e una serie di associazioni, tra cui Cif, Lila, Punto d’Approdo, L’Altra Strada, gruppo Raab, Acisjf, cooperativa Villa Sant’Ignazio e Atas-Onlus. Ad aprire i lavori l’assessore Beltrami che ha sottolineato come quello della tratta sia “uno dei temi più oscuri di ogni società civile, un fenomeno di cui non si parla mai abbastanza che vede coinvolte diverse realtà, istituzionali e non. Bisogna abbattere il muro di gomma che lo circonda, ancheponendo il problema della domanda che genera la tratta e dei clienti le cui richieste essa va a soddisfare, attraverso i circuiti della criminalità organizzata”.

A seguire l’intervento di Nicoletta Clauser, dirigente provinciale del Servizio rapporti comunitari e sviluppo locale, che ha ricordato come il 3 giugno le Camere abbiano approvato un protocollo basato sulla convenzione di Varsavia per affrontare il problema a livello europeo, ponendosi quattro obiettivi fondamentali:prevenzione, protezione dellevittime e loro reinserimento sociale, repressione del reato, promozione della cooperazione internazionale.

In Trentino il Fondo sociale europeo sostiene un percorso di formazione per operatori sociali del settore – in collaborazione con le forze dell’ordine – frequentato attualmente da una trentina di persone, che si concluderà il prossimo ottobre. Il quadro generale dei progetti finanziati dal Fondo sociale europeo è stato tracciato da Adrian Popescu, capo servizio del ministero del Lavoro, famiglia e protezione sociale rumeno: i progetti coinvolgono in tutto, a livello europeo, 52 partners, di cui 21 transnazionali e ben 17 italiani. A Pierluigi La Spada, coordinatore del Centro Cinformi, a Letizia Chiodi del Comune di Trento e a Rose Marie Callà del Centro italiano femminile il compito invece di presentare il modello di intervento provinciale a favore delle vittime della strada: contatto con la persona vittima di tratta; attivazione di un programma di assistenza e integrazione sociale o rimpatrio assistito in caso di richiesta volontaria del soggetto; offerta di assistenza psicologica, sanitaria e legale e di un alloggio adeguato ai suoi bisogni; percorso diinserimento lavorativo e così via. Gli operatori di Lila (Lega italiana per la lotta contro l’aids) e Cif (Centro italiano femminile) hanno accertato 212 casi di prostituzione nel 2009 nei comuni di Trento e Rovereto.

Delle prostitute sulla strada il 44% circa sono nigeriane, il 33% latinoamericane, il 15% dell’est europeo, il restante italiane. Per oggi sono previste visite al Cinformi, alla Federazione trentina della cooperazione e a una realtà locale impegnata da più di vent’anni nell’assistenza alle vittime dello sfruttamento,la cooperativa Punto d’approdo di Rovereto, che gestisce anche alcune strutture di accoglienza per donne vittime della tratta, sole o con bambini, nonché un laboratorio di
preinserimento lavorativo.