Regioni sul piede di guerra

ROMA – Dopo lo scontro che si è consumato giovedì scorso fra i governatori e il ministro Tremonti contro ‘’l’insostenibilita’’’ delle misure anticrisi, ieri il presidente della Conferenza delle regioni, Vasco Errani, rilancia: la manovra sia ‘’più equa’’ e ‘’coinvolga tutti i livelli istituzionali della Repubblica’’.
– Soprattutto – sottolinea -, abbia il minore impatto possibile sui servizi ai cittadini e alle imprese.
Come primo atto operativo, ha convocato per domani una Conferenza straordinaria. A distanza, da Levico Terme, dove è intervenuto alla Festa nazionale della Cisl, il ministro Tremonti commenta:


– Fino ad ora alle Regioni è stato dato, se si fermano per un giro non è che succede…
In mattinata il ministro aveva criticato i criteri per l’ assegnazione dei fondi da parte del Viminale (ma non per colpa dei funzionari ma dei legislatori) ai Comuni.
– Vi sembra civile un Paese che dà un punto di Pil a metà dei Comuni in base a criteri che nessuno conosce? – aveva detto.
– Nessuno mette in dubbio – osserva però Errani – la fase difficile attraversata dal Paese e la necessità di interventi finanziari adeguati, ma occorre costruire una manovra equa. Dopo gli incontri con le forze politiche, i capigruppo parlamentari di maggioranza e opposizione e dopo il confronto con le parti economico-sociali presenteremo le nostre proposte, partendo da una condivisa assunzione di responsabilià. Spiegheremo, dati alla mano – annuncia ancora – ai cittadini, alle organizzazioni sindacali, alle associazioni rappresentative del mondo produttivo, a forze politiche e mezzi di informazione le conseguenze della manovra.


Anche Roberto Formigoni, presidente della Lombardia, ribadisce le critiche e parla di ‘’manovra squilibrata’’.
– Alle Regioni – spiega – viene chiesto un contributo del 50%, che si avvicina al 60% contando Province e Comuni. Ai ministeri, cioè allo Stato, la manovra chiede sacrifici attorno all’1-1,5%. Le Regioni sono le uniche ad aver diminuito i debiti del 6%, i ministeri invece li hanno aumentati. Siamo all’accanimento contro le Regioni, ai ministeri tocca solo una pettinatina. L’ unico risultato immediato è quello di spazzare via il federalismo fiscale.


Sul versante Veneto, il governatore Luca Zaia, ha confermato la convocazione ‘’per discutere delle manovra, punto’’.
– Tutto il resto – sostiene – è da concordare. Sto facendo l’impossibile per essere presente, visto che per noi il domani è giorno di giunta. Comunque il Veneto sarà rappresentato. E’ fuor di dubbio che vengono chiesti dei sacrifici immani e che se la manovra resta così dovremo tagliare su molti fronti ma il dialogo con il governo è aperto e la riunione di domani – spiega Zaia – è stata convocata proprio per discutere di eventuali ‘’modalità alternative’’.


Non mancano i governatori impegnati nella loro regione domani, come Nichi Vendola alle prese con le dichiarazioni programmatiche in Consiglio, ma manderà un rappresentante. Mentre Roberto Cota (Piemonte) ha annunciata la sua presenza.
– Sarà una riunione importante – sostiene – e quindi è giusto esserci. La via da seguire, nell’ambito di una giusta politica di razionalizzazione, è quella di premiare le realtà virtuose. Infine, sulla questione Comuni, a Tremonti è arrivata la risposta del presidente dell’Anci, Sergio Chiamparino.
– La foga oratoria ha evidentemente tradito il ministro dell’Economia Giulio Tremonti – ha detto -; forse non è stato sufficientemente informato oppure ha voluto semplicemente accattivarsi l’auditorio, fatto sta che ha citato dati sbagliati.